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Il 9 gennaio è il terzo anniversario delle prime 50 frustate ricevute in pubblico dal blogger saudita Raif Badawi, condannato l’anno prima a 10 anni di carcere e a 1000 frustate per aver creato un sito allo scopo di dibattere su temi sociali e politici.
Dopo le prime 50 frustate, che suscitarono proteste internazionali, gli attivisti e le attiviste di Amnesty International si mobilitarono guidando la condanna mondiale nei confronti delle autorità saudite e chiedendo il rilascio senza condizioni di Badawi e di tutti gli altri prigionieri di coscienza. Da allora, Badawi non è stato più frustato ma resta in carcere a scontare la condanna a 10 anni.
“Se le autorità saudite sono realmente intenzionate a promuovere riforme e cambiamenti positivi, allora devono rilasciare immediatamente Raif Badawi e tutti gli altri prigionieri di coscienza, in carcere solo per aver voluto esprimere liberamente le loro opinioni”, ha dichiarato in una nota ufficiale Samah Hadid, direttore delle campagne sul Medio Oriente di Amnesty International.
“Non possiamo accettare che le gravi violazioni dei diritti umani in corso in Arabia Saudita passino inosservate. La repressione nei confronti della società civile e della libertà d’espressione prosegue senza sosta e le autorità saudite continuano ad arrestare e a processare difensori dei diritti umani per accuse riguardanti le loro attività pacifiche“, ha aggiunto Hadid.
La scorsa settimana gli esperti sui diritti umani delle Nazioni Unite hanno parlato di un “preoccupante modello di arresti arbitrari e imprigionamenti diffusi e sistematici” e hanno chiesto il rilascio di tutte le persone detenute in Arabia Saudita solo per aver esercitato pacificamente i loro diritti, tra cui i membri dell’Associazione saudita per i diritti civili e politici
Sono diverse le iniziative organizzate in occasione di questo triste anniversario di fronte alle ambasciate dell’Arabia Saudita in varie città del mondo e sui social media per fare pressione sulle autorità saudite e sui propri governi per assicurare il rilascio immediato e incondizionato di Raif Badawi e di tutti i prigionieri di coscienza.