Referendum in Catalogna: indagare sull’uso eccessivo della forza

2 Ottobre 2017

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Osservatori di Amnesty International in Catalogna hanno confermato che la Polizia nazionale e la Guardia civile hanno fatto ricorso a una forza eccessiva e sproporzionata contro persone che opponevano resistenza passiva, in strada e all’ingresso dei seggi elettorali.

Le forze di polizia hanno agito eseguendo l’ordine del Tribunale superiore di giustizia della Catalogna di impedire lo svolgimento del referendum.

È evidente che varie azioni delle forze di polizia sono state caratterizzate dall’uso eccessivo e non necessario della forza e da un uso pericoloso di dotazioni atte a contrastare gli assembramenti che hanno provocato centinaia di feriti tra le persone che manifestavano pacificamente“, ha dichiarato n una nota ufficiale John Dalhuisen, direttore di Amnesty International per l’Europa e l’Asia centrale.

Referendum in Catalogna: il bollettino dei feriti

Il ministero dell’Interno ha reso noto che le forze di sicurezza hanno chiuso 92 seggi. Secondo i dati forniti dalla Generalitat de Catalunya, in totale ne erano stati allestiti 2315, 400 dei quali chiusi su mandato giudiziario.

Secondo dati forniti dalle autorità sanitarie della Catalogna, aggiornati alle ore 12 del 2 ottobre, 893 persone sono state curate nei centri di primo soccorso o negli ospedali per ferite, contusioni o altre conseguenze dell’azione delle forze di polizia. Due feriti gravi si trovano negli ospedali di Sant Pau e Vall d’Hebron.

Il ministero dell’Interno ha reso noto che 19 agenti della Polizia nazionale e 14 della Guardia civile sono rimasti feriti. Alcune immagini hanno mostrato comportamenti violenti dei manifestanti contro gli agenti. Un membro della Guardia civile è stato ferito dal lancio di una sedia nel seggio di Sant Joan de Villatorrada, a Barcellona.

Referendum in Catalogna: prove e testimonianze dell’uso eccessivo della forza

Ai bollettini medici si affianca il lavoro dei cinque osservatori di Amnesty International che hanno monitorato la situazione in Catalogna per diversi giorni, compresa la sera del 30 settembre e il 1° ottobre, visitando diversi seggi elettorali e raccogliendo testimonianze e dichiarazioni.

Tra queste quelle raccolte alla Scuola mediterranea nel quartiere di Barceloneta o a Sant Joan de Vilatorrada, dove sono state prese a manganellate e calci persone indifese che non costituiscono alcun tipo di minaccia apparente.

Documentato anche l’uso pericoloso e inadeguato di dotazioni quali le pallottole di gomma in almeno un caso, all’incrocio tra calle Sardenya e calle Diputació. Una persona è rimasta ferita a una gamba, un’altra all’occhio destro e ha dovuto subire un’operazione chirurgica. Secondo i principi di base sull’uso della forza e delle armi da fuoco, le pallottole di gomma possono causare gravi danni soprattutto se colpiscono le parti superiori del corpo, la testa o il volto – anche di rimbalzo dopo aver colpito il suolo – e non dovrebbero mai essere usate per disperdere folle di manifestanti bensì solo contro soggetti violenti.

Referendum in Catalogna: subito un’indagine indipendente e imparziale

Quando i partecipanti a una riunione o a una manifestazione non oppongono resistenza violenta, la polizia non può ricorrere alla forza. Quando la condotta dei manifestanti si limita a essere di resistenza passiva rispetto al conseguimento dell’obiettivo delle forze di polizia, la forza che queste devono usare dev’essere quella minima necessaria e sempre proporzionata rispetto al loro obiettivo. Mostrano il contrario le immagini riprese all’Istituto Pau Claris, situato nel Passeig Lluis Companys, a Barcellona.

La Polizia nazionale e la Guardia civile sono state chiaramente ostacolate nello svolgimento dei loro compiti in numerosi seggi elettorali. Tuttavia, molte informazioni a nostra disposizione dimostrano che gli agenti hanno fatto un uso eccessivo e sproporzionato della forza. Quest’operato dev’essere oggetto di indagini affinché i responsabili siano portati di fronte alla giustizia e nulla del genere possa ripetersi in futuro“, ha commentato Esteban Beltrán, direttore di Amnesty International Spagna.

Amnesty International sollecita l’apertura urgente e senza esitazioni di un’indagine indipendente, immediata e imparziale da parte delle autorità spagnole sull’uso eccessivo e sproporzionato della forza da parte della Polizia nazionale e della Guardia civile.

Chiediamo inoltre che l’uso della forza da parte di chi ha il compito di far rispettare la legge sia coerente con le norme internazionali e sottoposto a revisione. Se le indagini concluderanno che vi è stato uso eccessivo della forza, i responsabili dovranno essere sottoposti agli opportuni procedimenti disciplinari o penali e considerati autori di un reato.