Rendition: l’Ue deve opporsi alla complicità nel programma Usa

30 Novembre 2006

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Amnesty International chiede all’Unione europea di opporsi alla complicità nel programma Usa delle rendition

CS 129-2006: 01/12/2006

Amnesty International continuerà a sollecitare il Consiglio dell’Unione europea (Ue) a opporsi pubblicamente e inequivocabilmente a ogni ulteriore complicità nel programma Usa delle rendition, all’interno dell’Ue. Il Consiglio e gli Stati membri dovranno intraprendere azioni adeguate per stabilire le responsabilità nelle gravi violazioni dei diritti umani già avvenute nel contesto di tale programma, tra cui trasferimenti illegali, torture e maltrattamenti, detenzioni arbitrarie e ‘sparizioni’ forzate. L’Ue dovrebbe inoltre chiedere al governo Usa di cessare le pratiche delle rendition e delle detenzioni illegali e di chiamare a rispondere del proprio operato le persone coinvolte in queste gravi violazioni dei diritti umani.

Secondo l’organizzazione per i diritti umani, l’imperativo che l’Ue agisca senza ulteriori ritardi viene sottolineato dalle conclusioni dell’indagine sulle rendition e le detenzioni segrete condotta dal Comitato temporaneo del Parlamento europeo, incluse quelle contenute nel rapporto provvisorio pubblicato il 29 novembre e in quello ad interim diffuso a giugno, che si aggiungono alle conclusioni dell’indagine del Consiglio d’Europa. Amnesty International condivide la valutazione del relatore del Comitato temporaneo, che ha deplorato il silenzio ufficiale del Consiglio di fronte alla conferma, da parte del presidente Bush, dell’esistenza di un programma della Cia di detenzioni segrete e interrogatori ‘alternativi’. Questo programma illegale non potrebbe esistere senza le rendition né potrebbe esistere senza la complicità di altri governi.

Secondo il relatore del Comitato temporaneo, Claudio Fava, l’Ue dovrebbe ribadire che ‘il contesto legale appropriato per governare la lotta internazionale contro il terrorismo è quello della legge e dei diritti umani internazionali. (…) La protezione dei fondamentali diritti non dev’essere mai compromessa’. Il rapporto provvisorio sottolinea che l’obbligo positivo degli Stati membri di proteggere i diritti umani si estende allo stesso modo a tutte le persone che abbiano la loro cittadinanza o risiedano al loro interno, senza discriminazione.

Il rapporto provvisorio del Comitato temporaneo conferma e approfondisce le conclusioni di Amnesty International circa il coinvolgimento e la complicità di Stati membri, Stati candidati e Stati associati dell’Ue, nel programma Usa delle rendition.

Questa complicità si è concretizzata sia nell’accettazione e nell’occultamento delle rendition, delle detenzioni segrete, della tortura, dei maltrattamenti e dell’uso di informazioni così estorte, sia nel diretto coinvolgimento nei rapimenti e nei trasferimenti illegali. Il rapporto provvisorio esibisce prove della complicità diretta in casi di rendition da parte di servizi di sicurezza e altre autorità in Italia, Svezia, Regno Unito, Germania, Macedonia e Bosnia-Erzegovina. Inoltre, il rapporto denuncia come le forze di sicurezza di Regno Unito, Germania e Turchia abbiano tratto vantaggio da tali situazioni, procedendo a interrogatori nei confronti di persone vittime di rendition.

In merito alle denunce riguardanti persone in detenzione segreta in paesi europei, nel contesto del programma delle rendition, il rapporto provvisorio afferma di ‘non poter escludere’ che vi siano stati centri segreti di detenzione in Romania e di avere ‘serie prove circostanziali che un centro segreto di detenzione potrebbe essere stato ospitato’ in Polonia.

Il Comitato temporaneo ha inoltre rinvenuto le prove di almeno 1245 voli di aerei della Cia che hanno fatto sosta sul territorio europeo. I dati comprendono 336 soste in Germania, 170 nel Regno Unito, 147 in Irlanda, 91 in Portogallo, 68 in Spagna, 64 in Grecia, 57 a Cipro, 21 in Romania e 11 in Polonia. Diversi di questi voli avevano come origine o destinazione Guantánamo Bay e hanno fatto scalo in Germania, Spagna, Portogallo, Romania e Polonia.

Di fronte alle prove presentate dal Comitato temporaneo dell’Ue, dal Consiglio d’Europa, dai mezzi d’informazione e dalle organizzazioni non governative, non dovrebbe più essere messo in discussione il dovere di ogni singolo governo di indagare sui reati che hanno avuto luogo nel territorio europeo e sull’utilizzo di esso da parte di servizi di sicurezza statunitensi ed europei.

Mentre in Spagna, Germania, Italia e Bosnia-Erzegovina sono state avviate indagini sul programma delle rendition e sul presunto ruolo delle autorità di questi paesi, molti governi (e in particolare quelli di Austria, Polonia, Macedonia e Romania) non hanno intrapreso indagini approfondite, indipendenti e imparziali.

Amnesty International condanna la mancanza di trasparenza da parte del Consiglio e di altri organismi dell’Ue circa la loro conoscenza del programma diretto dagli Usa, nonché il presunto tentativo da parte degli Usa e dell’Ue, nel maggio di quest’anno, di istituire standard condivisi per le rendition.

Il rapporto provvisorio deplora il fatto che molti Stati membri, e lo stesso Consiglio dell’Ue, non abbiano cooperato pienamente alle indagini del Comitato temporaneo. Alti funzionari dell’Europol, della Nato e del governo italiano hanno rifiutato di comparire di fronte al Comitato.

La dimensione effettiva delle violazioni dei diritti umani causate dal programma delle rendition dev’essere portata alla luce; in questo senso, il ruolo che il Parlamento europeo deve giocare rimane importante.

Il rapporto provvisorio condivide le raccomandazioni del Segretario generale del Consiglio d’Europa, che ha sollecitato i governi a tappare ogni falla che possa aver facilitato il programma delle rendition, da e verso i paesi europei e potrebbe farlo nel futuro. In particolare, il Segretario generale del Consiglio d’Europa ha proposto la stesura di principi e linee-guida per rafforzare il controllo sulle attività, sul territorio degli Stati membri, dei servizi di sicurezza nazionali e stranieri, migliorare le garanzie e i controlli sul traffico aereo che transita attraverso gli Stati membri e porre fine all’impunità nei confronti degli autori di gravi violazioni dei diritti umani.

Il rapporto provvisorio presenta una serie di raccomandazioni, tra cui:

sollecitare gli Stati membri, associati e candidati dell’Ue ad avviare o condurre a termine indagini indipendenti e trasparenti sulla loro presunta complicità nelle rendition;
avviare, da parte della Commissione europea, una valutazione sulle legislazioni antiterrorismo degli Stati membri, cui dovrebbero seguire proposte d’azione per impedire violazioni dei diritti umani nel futuro;
ratificare e applicare il Protocollo opzionale alla Convenzione contro la tortura e la Convenzione sulle ‘sparizioni’ forzate;
chiedere la chiusura di Guantánamo Bay e premere sugli Stati europei affinché accettino il ritorno dei propri cittadini e residenti che sono detenuti illegalmente da parte delle autorità Usa.

Per quanto riguarda Amnesty International, l’organizzazione per i diritti umani continuerà a sollecitare gli Stati membri, candidati e associati dell’Ue a:

assicurare piena responsabilità delle agenzie d’intelligence, tra l’altro proibendo la prassi della mutua assistenza in circostanze in cui vi è un rischio sostanziale che tale cooperazione potrà contribuire a detenzioni illegali, torture o altri maltrattamenti, ‘sparizioni’ forzate, processi iniqui o condanne a morte;
garantire che si accerti quale è stato il destino di tutte le vittime di detenzioni segrete e di rendition e che tali informazioni siano comunicate ai loro familiari;
assicurare altresì che tutte le vittime ottengano una rapida e adeguata riparazione per le violazioni subite ad opera dello Stato o degli Stati responsabili, comprendenti la restituzione, la riabilitazione e un equo e congruo risarcimento economico; garantire, infine, la piena cooperazione con le inchieste in corso, a carattere nazionale e internazionale, sulle rendition e sulle detenzioni segrete, fornendo accesso a tutte le persone o alle informazioni pertinenti.

Mentre, nei prossimi due mesi, il Parlamento europeo discuterà il rapporto provvisorio, Amnesty International elaborerà ulteriori raccomandazioni e continuerà a pretendere la piena assunzione di responsabilità da parte dell’Ue e degli Stati membri.

FINE DEL COMUNICATO Roma, 1 dicembre 2006

Documentazione sulle rendition in Europa in lingua italiana:

Amnesty International, ‘Voli segreti. Il rapporto del Consiglio d’Europa sulle operazioni coperte della Cia negli Stati europei‘, con una prefazione di Armando Spataro, EGA Editore, novembre 2006

Documentazione sulle rendition in Europa in lingua inglese:

USA: Below the radar: Secret flights to torture and ‘disappearance’,

Partners in crime: Europe’s role in US renditions

Sweden: The case of Mohammed El Zari and Ahmed Agiza: violations of fundamental human rights by Sweden confirmed 
 
Italy Abu Omar: Italian authorities must cooperate fully with all investigations 

Twelve Steps to End Renditions and Secret Detentions in Europe

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