Repubblica Democratica del Congo: ancora stupri e bambini soldato

28 Settembre 2008

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Repubblica Democratica del Congo: Amnesty International denuncia la ripresa degli stupri e del reclutamento di bambini soldato

CS125: 29/09/2008

Per ogni due bambini soldato rilasciati, cinque vengono rapiti e arruolati‘, ha affermato oggi Amnesty International in un nuovo rapporto pubblicato sulla guerra in corso nella provincia del Nord Kivu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo.

Tra questi bambini soldato, alcuni vengono nuovamente reclutati dopo essere stati liberati dai gruppi armati e essersi ricongiunti alle proprie famiglie.

Secondo Amnesty International, degli ex bambini soldato che erano stati riuniti alle loro famiglie nel Nord Kivu nell’ambito del programma nazionale di smobilitazione, circa la metà sarebbero stati reclutati di nuovo dai gruppi armati.

Proprio la loro precedente esperienza nei gruppi armati rende questi bambini reclute di gran valore e li espone a maggiori rischi‘ ha dichiarato Andrew Philip, esperto di Repubblica Democratica del Congo di Amnesty International, che ha raccolto testimonianze oculari nella regione. ‘Più hanno esperienza, più sono a rischio di essere reclutati di nuovo. In questo caso, l’esperienza può essere mortale‘.

Il rapporto rivela la portata dei continui abusi sessuali e psicologici subiti da donne e bambini nel conflitto, a dispetto dell’impegno del governo e dei gruppi armati a porre fine a queste atrocità.

I bambini soldato che provano a fuggire vengono uccisi o torturati, in alcuni casi alla presenza di altri bambini, per dissuadere questi ultimi dal fare lo stesso tentativo.

Un ex bambino soldato ha riferito ad Amnesty International di come due giovani siano stati picchiati fino alla morte in sua presenza e di altri coetanei ‘come lezione per tutti affinché non scappassero’.

‘[I ragazzi] sono stati fatti uscire da una buca nel terreno e presentati agli altri durante una sessione di addestramento. [Un altro comandante del gruppo armato] ha ordinato di ucciderli. Due soldati e un capitano li hanno spinti nel fango. Stanchi di colpirli con i calci.. li hanno picchiati con bastoni di legno. La punizione è durata 90 minuti, finché sono morti‘.

Altri bambini soldato, catturati dall’esercito della Repubblica Democratica del Congo in quanto sospettati di appartenere ai gruppi armati, hanno riferito di aver subito maltrattamenti e torture durante la detenzione.

Ma non sono solo i bambini a subire gravi violazioni nelle zone orientali della Repubblica Democratica del Congo.

La situazione nel Nord Kivu è sconvolgente‘ ha detto Andrew Philip. ‘I gruppi armati e le forze governative continuano a violentare donne e ragazze. Vengono violentate persino le bambine e le anziane, alcune hanno subito stupri di gruppo. La cosa che inquieta particolarmente è che le violenze vengono commesse in pubblico, alla presenza dei familiari, compresi i bambini.’

Una 16enne sopravvissuta allo stupro ha riferito di essere stata rapita da due giovani ufficiali dell’esercito e tenuta prigioniera in un campo militare nel Nord Kivu per diversi giorni prima di essere rilasciata. Nel campo, è stata violentata da un ufficiale.
Gli altri agenti e soldati nel campo non sembravano preoccuparsi né occuparsene‘, ha detto ad Amnesty International. Ora soffre di flashback e persistenti mal di testa.

Nel suo rapporto, Amnesty International rivolge una serie di raccomandazioni ai gruppi armati, al governo e alla comunità internazionale affinché agiscano per porre fine alle violazioni dei diritti umani. Le raccomandazioni includono la richiesta ai gruppi armati di rilasciare immediatamente tutti i bambini reclutati con la forza e di adottare misure per porre fine alla violenza sessuale.

Ulteriori informazioni

Nell’ ‘Atto di impegno’ firmato il 23 gennaio 2008, i gruppi armati che operano nel Nord Kivu si sono impegnati a porre fine a uccisioni, stupri e torture di civili e al reclutamento dei bambini soldato.

A causa della ripresa dei combattimenti, lo scorso 28 agosto, 100.000 nuovi sfollati si sono aggiunti al milione di persone già costrette a lasciare la regione.

FINE DEL COMUNICATO                                              Roma, 29 settembre 2008
 
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