Russia: negata scarcerazione a due Pussy Riot

29 Luglio 2013

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Il 24 e il 25 luglio 2013 Maria Alekhina e Nadezhda Tolokonnikova si sono viste rifiutare la domanda di scarcerazione anticipata, in quella che Amnesty International ha definito un’ulteriore conferma della deriva sempre più ampia soppressione del libero pensiero in Russia.

‘Nello spazio di poche ore, è stata negata la libertà a due giovani artiste che non avrebbero mai dovuto essere arrestate’ – ha dichiarato Natalia Prilutskaya del team Russia di Amnesty International.

Maria Alekhina e Nadezhda Tolokonnikova erano state accusate, insieme a Ekaterina Samutsevich, di ‘vandalismo per motivi di odio religioso’, dopo aver cantato col loro gruppo, la punk band femminista Pussy Riot, un brano di protesta nella principale cattedrale ortodossa di Mosca, nel febbraio 2012. Le tre imputate erano state condannate a due anni di prigione in una colonia penale. In appello, la condanna di Ekaterina Samutsevich era stata sospesa.

Nel corso del 2013 le autorità russe avevano già respinto la domanda di rilascio anticipato presentata da Maria Alekhina e Nadezhda Tolokonnikova affinché potessero accudire i loro piccoli figli.

Pochi giorni prima dei verdetti del 24 e 25 luglio, oltre 100 musicisti di fama internazionale e più di 35.000 attiviste e attivisti di ogni parte del mondo avevano chiesto l’immediata scarcerazione delle due Pussy Riot.