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La mattina del 28 febbraio l’appartamento della nota giornalista e attivista russa per i diritti umani Zoya Svetova è stato perquisito nell’ambito delle indagini per corruzione e frode fiscale nei confronti del gruppo petrolifero Yukos, il cui ex presidente Mikhail Khodorkovsky è in carcere e nel 2011 è stato dichiarato prigioniero di coscienza da Amnesty International.
“Non si capisce cosa Zoya Svetova possa avere a che fare con le indagini su Yukos. La perquisizione del suo appartamento, condotta da 12 uomini del Comitato investigativo, pare un evidente tentativo di interferire col suo lavoro di giornalista e forse anche una minaccia nei confronti dei giornalisti indipendenti e degli attivisti per i diritti umani in Russia”, ha dichiarato Sergei Nikitin, direttore di Amnesty International Russia.
In passato, Zoya Svetova aveva lavorato per Reporter senza frontiere e per la Fondazione Soros.
Nel dicembre 2016 il Comitato investigativo aveva effettuato perquisizioni negli appartamenti di sette attivisti di “Russia Aperta” e negli uffici di Mosca e San Pietroburgo del movimento fondato da Khodorkovsky. Secondo il Comitato, le perquisizioni avevano per obiettivo l’acquisizione di prove su un presunto riciclaggio di denaro da parte di funzionari di Yukos legati a Khodorkovsky.