Sgomberi rom: apprezzamento per la decisione del Comitato dei diritti sociali

5 Luglio 2019

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Italia, sgomberi forzati dei rom: Amnesty International plaude alla decisione del Comitato dei diritti sociali del Consiglio d’Europa

Il Comitato dei diritti sociali del Consiglio europeo ha richiesto all’Italia di prendere immediate misure per proteggere il diritto all’alloggio dei rom.

Apprezziamo enormemente questa importante decisione e sollecitiamo il governo italiano a darvi seguito e a porre fine alla perdurante, discriminatoria distruzione dei campi rom in Italia e agli sgomberi forzati che aggirano le garanzie previste dalla procedura e non forniscono alloggi alternativi adeguati alle famiglie sgomberate“, ha commentato Lucy Claridge, direttrice per i Contenziosi strategici di Amnesty International.

Non solo il nostro ricorso è stato accettato, ma il Comitato ha anche assunto la straordinaria decisione di richiedere all’Italia misure immediate ‘per eliminare il rischio di danni gravi e irreparabili’ alle persone sgomberate“, ha aggiunto Claridge.

Risulta scandaloso che nel XXI secolo, in una delle maggiori economie europee, alcune delle persone e delle famiglie più marginalizzate continuino a vivere in condizioni agghiaccianti e a subire una discriminazione endemica“, ha proseguito Claridge.

Nonostante gli sgomberi forzati siano illegali, le autorità italiane continuano a eseguirli nei confronti dei rom col risultato che intere comunità restano prive di un alloggio. Speriamo che la decisione di oggi ponga fine a questo scandaloso comportamento“, ha concluso Claridge.

Ulteriori informazioni

Di fronte al perdurante scandalo della situazione abitativa dei rom in Italia, il 18 marzo Amnesty International ha presentato un ricorso al Comitato dei diritti sociali del Consiglio d’Europa. Si è trattato del primo ricorso presentato da Amnesty International ai sensi della procedura sui ricorsi collettivi del Comitato.

Elaborato sulla base di anni di ricerche dell’organizzazione per i diritti umani, soprattutto a Roma, Milano e Napoli, il ricorso presenta prove circostanziate di violazioni della Carta sociale europea, vincolante per l’Italia, tra cui i diffusi sgomberi forzati, il continuo uso di campi segregati con condizioni abitative al di sotto degli standard e il mancato accesso secondo criteri di uguaglianza all’edilizia sociale.