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Il 16 agosto 2012 la polizia sudafricana aprì il fuoco nei pressi della miniera di Marikana contro un gruppo di operai in sciopero: chiedevano alla proprietà, il gigante britannico del platino Lonmin, aumenti salariali e migliori condizioni di vita, tra cui alloggi adeguati.
Fu un’azione del tutto illegale per le norme interne e per gli standard internazionali sull’uso della forza, che provocò una strage: 24 morti e oltre 70 feriti.
Da allora, Amnesty International chiede verità, giustizia e riparazione per le vittime e per i sopravvissuti. Ma a distanza di 11 anni, la cultura dell’impunità è ancora dominante: nessuno, tra i circa 600 agenti dispiegati all’epoca a Marikana, è stato chiamato a rispondere di fronte alla giustizia per quell’enorme perdita di vite umane.