Turchia: storica sentenza contro i responsabili delle torture mortali contro un detenuto

2 Ottobre 2012

Tempo di lettura stimato: 2'

Il 2 ottobre il direttore di un carcere e due guardie penitenziarie sono stati condannati all’ergastolo per aver torturato a morte Engin Ceber, un attivista politico, nell’ottobre 2008. Altri nove funzionari hanno ricevuto pene da cinque mesi a 12 anni e mezzo.

Engin Ceber era stato arrestato a Istanbul 12 giorni prima, nel corso di una manifestazione convocata per protestare contro il grave ferimento, un anno prima per mano di un agente, di un altro attivista, che era rimasto paralizzato.

Secondo l’accusa, una volta portato nella prigione di Metris, dove rimase 10 giorni, Ceber venne picchiato con ferocia da agenti di polizia e guardie carcerarie. Morì tre giorni dopo il ricovero in ospedale.

Nel giugno 2010 un tribunale giudicò colpevoli 19 imputati, quattro dei quali furono condannati all’ergastolo per aver provocato la morte di Ceber mediante tortura. Alla fine del 2011, la Corte d’appello si aggrappò a motivi tecnici per annullare il verdetto di primo grado e ordinare un nuovo processo.

Il verdetto del 2 ottobre può essere ancora contestato in appello. Ma, per Amnesty International, si è trattato di una sentenza storica.