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Amnesty International ha sollecitato le autorità ungheresi ad annullare la decisione del capo della Polizia di Budapest che vieta lo svolgimento del Gay Pride in programma il 18 giugno nella capitale. Secondo il dirigente di polizia, il divieto sarebbe giustificato dall’interruzione della circolazione stradale che la manifestazione provocherebbe, interruzione che non potrebbe essere risolta da percorsi stradali alternativi, e dalla limitazione al diritto di movimento delle persone che non intendono partecipare all’evento.
Gli organizzatori del Pride avevano ottenuto l’approvazione di un primo percorso nel settembre 2010. Successivamente avevano richiesto un’estensione del percorso della manifestazione, per fare in modo che terminasse più vicino al parlamento. La polizia, a quel punto, ha deciso di vietarla del tutto.
Amnesty International ritiene che questo provvedimento sia discriminatorio, sproporzionato e ingiustificabile e che violi i diritti alla libertà di espressione e di manifestazione pacifica.
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