Usa, Trump intende uscire dal patto sul clima di Parigi. Amnesty: “Mossa mostruosa”

5 Novembre 2019

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Usa, Trump intende uscire dal patto sul clima di Parigi. Amnesty International: “Mossa mostruosa, segna disprezzo per la vita di milioni di persone”

Reagendo alla notizia che Donald Trump si sta muovendo per uscire formalmente dall’accordo sul clima di Parigi, facendo così degli Stati Uniti l’unico paese al mondo a non far parte del patto, il segretario generale di Amnesty International Kumi Naidoo ha dichiarato:

“Egoisti, spericolati e mostruosi, i continui tentativi di far uscire gli Stati Uniti dall’accordo di Parigi sono potenzialmente l’atto più distruttivo della presidenza di Trump.”

“Il presidente Trump può anche pensare che il suo impegno in favore dei combustibili fossili gli farà guadagnare voti, ma costerà anche vite. Anteponendo la sua agenda personale ai bisogni della popolazione mondiale, sta volutamente vandalizzando i tentativi globali di salvare l’umanità.”

“L’emergenza climatica è una delle maggiori minacce ai diritti umani della nostra epoca: i suoi effetti scatenano carestia, povertà e senzatetto in vaste aree del globo. Come secondo emettitore di carbonio al mondo, gli Stati Uniti hanno un ruolo fondamentale nel prevenire la catastrofe dei diritti umani che sarà inevitabile a meno che le emissioni di gas serra non vengano drasticamente ridotte.”

“Perseguendo l’uscita dall’accordo di Parigi, il presidente Trump sta inviando un messaggio chiaro alle centinaia di milioni di persone la cui esistenza è minacciata dalla crisi climatica: non gli importa se vivranno o moriranno”.

Ulteriori informazioni

Il presidente Trump ha avviato una procedura lunga un anno per uscire formalmente dall’accordo di Parigi sul clima. Non sarà in grado di finalizzare il ritiro fino al giorno successivo alle elezioni presidenziali statunitensi del novembre 2020.

Il patto, ratificato da 125 paesi ed entrato in vigore nel novembre 2016, è l’accordo più ambizioso al mondo sul cambiamento climatico. In base all’accordo di Parigi, gli Stati Uniti si erano impegnati a ridurre entro il 2025 le emissioni del 26-28% rispetto ai livelli del 2005.

Senza una forte azione per prevenirlo, si prevede che il cambiamento climatico causerà 250.000 morti all’anno tra il 2030 e il 2050 per malaria, malnutrizione, diarrea e stress termico. Più di un miliardo di persone vedrà una forte riduzione delle risorse idriche a seguito dell’aumento di due gradi centigradi della temperatura media globale. Entro il 2080, il numero delle persone a rischio alimentare aumenterebbe di almeno 600 milioni e almeno 330 milioni sarebbero le persone sfollate a causa delle inondazioni.

A centinaia di milioni di persone verrebbero negati i diritti alla vita, alla salute, al cibo, all’acqua e all’alloggio. È probabile che gli effetti negativi colpiranno in modo sproporzionale coloro che vivono in condizioni di povertà, in particolare le donne e le ragazze, i popoli nativi e altri gruppi svantaggiati a causa della discriminazione.

Roma, 4 novembre 2019

Per interviste:

Amnesty International Italia – Ufficio Stampa

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