Attentato a Mosca: verità e giustizia per le vittime e stop alle torture degli indagati

25 Marzo 2024

Tempo di lettura stimato: 4'

Commentando l’attacco del 22 marzo al Crocus City Hall di Mosca, che ha causato almeno 137 morti e 180 feriti, così come gli sviluppi successivi, la direttrice di Amnesty International per l’Europa orientale e l’Asia centrale Marie Struthers ha diffuso questa dichiarazione:

“Porgiamo le nostre più profonde condoglianze alle vittime di questo odioso attacco e alle persone a loro care, che meritano giustizia. È necessario individuare mandanti e autori e accertare tutta la verità su quanto accaduto al Crocus City Hall e su cosa lo ha preceduto. Accanto agli orribili dettagli sul massacro che continuano ad arrivare, le autorità russe e i mezzi d’informazione stanno diffondendo immagini, che appaiono veritiere e che lasciano profondamente sgomenti, di torture ai danni delle persone indagate”.

“Anziché accertare le responsabilità in nome delle vittime, la tortura serve solo a offuscare e a compromettere il percorso verso la verità e la giustizia. Il diritto a essere liberi dalla tortura e dagli altri maltrattamenti è assoluto e non prevede eccezioni. È un crimine a sua volta e va trattato come tale. Le vittime non otterranno giustizia se i responsabili delle atrocità non saranno sottoposti a procedure eque, in linea con gli standard internazionali”.

Ulteriori informazioni

Il 22 marzo diversi uomini armati in tenuta da combattimento hanno aperto il fuoco contro le persone che si trovavano all’interno del Crocus City Hall, un locale per concerti alla periferia di Mosca, per poi appiccarvi un incendio. L’attacco ha causato almeno 137 morti e 180 feriti.

Il gruppo armato Isis ha rivendicato l’attacco e ha diffuso un raccapricciante video, girato con la body-cam di uno degli assalitori, in cui si vedono spettatori uccisi con armi automatiche e un’altra persona mentre viene sgozzata.

Il 23 marzo un tribunale di Mosca ha convalidato l’arresto di quattro persone, fermate il giorno stesso dell’attacco, con l’accusa di “atto di terrorismo”, ai sensi dell’articolo 205.3.b del codice penale. Se giudicate colpevoli, potrebbero essere condannate all’ergastolo.

Uno dei fermati è comparso in tribunale su una sedia a rotelle a causa delle gravi ferite riportate. Un altro aveva una benda sul lato destro del volto: precedenti immagini hanno lasciato intendere che gli fosse stato mozzato un orecchio nel corso degli interrogatori. Un terzo sospetto è arrivato con le estremità di una busta di plastica intorno al collo, facendo pensare alla tecnica del soffocamento impiegata dalle forze di sicurezza russe. Tutti gli imputati avevano gli occhi cerchiati di nero e mostravano altri segni di ferite. Da un’altra immagine si sospetta che uno dei quattro sia stato sottoposto a scariche elettriche.