Bolivia, le autorità rispettino il diritto di manifestazione pacifica

23 Ottobre 2019

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In Bolivia si stanno registrando violenti scontri tra manifestanti e polizia, l’annuncio di una possibile rielezione al primo turno di Evo Morales alla presidenza ha scatenato la protesta della piazza. Il suo rivale, Carlos Mesa, ha già annunciato che non riconoscerà il risultato elettorale che vede Morales, al potere da 13 anni, in netto vantaggio.

La situazione è tesissima in tutto il Paese, scontri fra le opposte fazioni ci sono stati a La Paz mentre altri disordini con l’intervento delle forze di sicurezza sono avvenuti fuori dall’hotel in cui il Tse opera nella capitale boliviana, ma il conteggio non è stato sospeso. Lo è stato, invece, in tre sedi dipartimentali del Tse, nella stessa La Paz, a Chuquisaca e Oruro.

Invece di replicare la violenza che abbiamo visto in queste ultime settimane nel continente latinoamericano, l’amministrazione di Evo Morales deve garantire il diritto di manifestazione pacifica”.

Questo le parole di Erika Guevara-Rosas, direttrice per le Americhe di Amnesty International, per commentare l’approccio repressivo del governo boliviano nei confronti delle proteste di coloro che ritengono vi siano state frodi nelle ultime elezioni.

La risposta delle autorità boliviane alle proteste è stata finora profondamente allarmante e ha mostrato disprezzo per i diritti umani. Stiamo osservando la situazione e sollecitiamo che si evitai il ricorso alla forza eccessiva“.

Condanniamo, inoltre, gli attacchi contro i difensori dei diritti umani come quello subito il 21 ottobre da Waldo Albarracín, rettore dell’università Mayor de San Andrés di La Paz“.