Russia, necessarie indagini sulla soppressione delle proteste a Baymak

19 Gennaio 2024

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Il 15 gennaio nella città di Baymak (situata nella repubblica di Bashkortostan, Russia meridionale) molte persone sono scese in strada in difesa di Fail Alsynov, un attivista della società civile sotto processo per “incitamento all’odio etnico”.

Le proteste sono aumentate due giorni dopo, quando Alsynov è stato riconosciuto colpevole e condannato a quattro anni di colonia penale.

Le forze di sicurezza russe hanno sciolto le proteste ricorrendo a tattiche molto dure, usando manganelli, gas lacrimogeni e altre armi non letali (è stato segnalato l’uso di agenti chimici e granate stordenti) contro i manifestanti che lanciavano palle di neve, guanti e cappelli e procedendo ad arresti di persone, in seguito incriminate per rivolta di massa e uso della violenza nei confronti di rappresentanti delle autorità.

Diciassette persone sono state poste in detenzione amministrativa per periodi di tempo da 10 a 13 giorni per “partecipazione a raduno non autorizzato”.

Amnesty International ha giudicato infondate queste imputazioni e ha sollecitato un’indagine sull’uso eccessivo e non necessario della forza nei confronti dei manifestanti.