Venezuela: detenzioni arbitrarie, continuo strumento di controllo e repressione

29 Agosto 2023

©Raymond Torres/Amnesty International Venezuela

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Nel nostro nuovo rapporto sul Venezuela, diffuso oggi, denunciamo le perduranti politiche repressive del governo di Nicolás Maduro, in particolare il ricorso alle detenzioni per motivi politici. Il rapporto illustra nove storie di persone detenute arbitrariamente, delle quali si chiede la scarcerazione immediata e incondizionata.

“Il nostro rapporto non solo documenta l’ingiusta detenzione di insegnanti, sindacalisti e difensori dei diritti umani ma denuncia anche la natura arbitraria del sistema giudiziario, le condizioni inumane delle carceri e l’impunità di cui beneficiano le autorità”, ha dichiarato Erika Guevara-Rosas, direttrice di Amnesty International per le Americhe.

Le nove storie di detenzioni arbitrarie per motivi politici si riferiscono al periodo 2018-2023. Alcune di esse sono direttamente legate all’attivismo politico di opposizione al governo, altre riguardano questioni di genere, altre ancora hanno a che fare con persone che hanno relazioni familiari con persone considerate sospette dalle autorità. La varietà delle ragioni politiche che sono alla base di queste detenzioni dimostra come l’intera popolazione, non solo chi si oppone pubblicamente al governo ma anche chi non ha alcuna esperienza di militanza politica, sia altamente a rischio di subire violazioni dei diritti umani.

Le nove vittime di detenzioni arbitrarie sono:

  • Emirlendris Benítez, madre e commerciante, arrestata nell’agosto 2018;
  • María Auxiliadora Delgado e Juan Carlos Marrufo, moglie e marito, entrambi professionisti, arrestati nel marzo 2019;
  • Roland Carreño, giornalista e attivista politico, arrestato nell’ottobre 2020;
  • Guillermo Zárraga, ex sindacalista e padre di famiglia, arrestato nel novembre 2020;
  • Dario Estrada, ingegnere e persona neurodiversa, arrestato nel dicembre 2020;
  • Robert Franco, insegnante e sindacalista, arrestato nel dicembre 2020;
  • Javier Tarazona, difensore dei diritti umani e prigioniero di coscienza, arrestato nel luglio 2021;
  • Gabriel Blanco, attivista e operatore umanitario, arrestato nel luglio 2022.

Emirlendris Benítez, 42 anni, è stata arrestata il 5 agosto 2018 dopo essere stata falsamente associata ad atti di violenza commessi contro Nicolás Maduro per il mero fatto di aver condiviso un viaggio in automobile con soggetti che vi avevano preso parte. È stata torturata ed è stata sottoposta a un’interruzione di gravidanza. Le torture le hanno causato gravi problemi di salute e da allora ha bisogno di una sedia a rotelle. Sta scontando un’ingiusta condanna a 30 anni di carcere nell’Istituto nazionale per l’orientamento femminile, a 30 chilometri di distanza dai familiari che devono farsi carico di procurare cibo, acqua e altre forniture, nonostante l’emergenza umanitaria che continua a piagare il paese.

María Auxiliadora Delgado, 49 anni, e Juan Carlos Marrufo, 52 anni, sono una coppia sposata venezuelana con doppia cittadinanza, rispettivamente spagnola e italiana. Sono stati arrestati il 19 marzo 2021 da agenti della Direzione generale dei servizi segreti militari, solo perché la donna è sorella di un ufficiale in pensione coinvolto in un attentato alla vita di Nicolás Maduro. Al momento dell’arresto, si stavano sottoponendo a un trattamento per la fecondazione in vitro.

Guillermo Zárraga, 59 anni, è stato arrestato alle 3 di notte del 14 novembre 2020 nella sua abitazione da agenti della Direzione generale dei servizi segreti militari. All’epoca era segretario del Sindacato unico dei lavoratori della Petróleos de Venezuela S.A., la compagnia petrolifera statale. Nel processo, la pubblica accusa ha sostenuto – esibendo, tra l’altro, una fotografia in cui era insieme al leader dell’opposizione Juan Gaidó – che Zárraga intendesse appoggiare un piano di sabotaggio promosso da un’agente dell’intelligence statunitense. Le sue condizioni di salute sono gravi e non ha accesso ad acqua potabile né a cibo adeguato.

Queste storie, così come le altre descritte nel rapporto, riflettono uno schema di azioni uguali compiute in tempi e in luoghi diversi da diverse forze dell’apparato di sicurezza dello stato venezuelano.

Alle detenzioni arbitrarie, si accompagnano altre gravi violazioni dei diritti umani e persino crimini di diritto internazionale come la tortura, le sparizioni forzate, il diniego delle garanzie sul giusto processo, l’uso di tribunali speciali dedicati al “terrorismo”, le condizioni inumane di detenzione e l’uso di definizioni ambigue e discrezionali di reato per elevare accuse, senza alcun motivo, di associazione criminale.

“Emirlendris, María Auxiliadora, Juan Carlos e Guillermo sono vittime emblematiche di un diffuso e sistematico schema di attacchi contro persone considerate critiche nei confronti del governo del Venezuela. Le detenzioni arbitrarie, la tortura e le sparizioni forzate sono crimini di diritto internazionale. Per questo motivo, le autorità venezuelane sono oggetto di un’indagine della Corte penale internazionale e dei tribunali argentini in base al principio della giurisdizione universale e sono anche sotto osservazione da parte di una Commissione d’inchiesta e dell’Alto commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite. La pressione della comunità internazionale non può rallentare”, ha commentato Guevara-Rosas.

Secondo le organizzazioni della società civile venezuelana, le persone attualmente detenute per ragioni politiche sono circa 300. Dal 2014, secondo i dati di Foro penal, oltre 15.700 persone sono state sottoposte a detenzione arbitraria per motivi politici.