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Una rara buona notizia è arrivata dall’Arabia Saudita. L’ha data, la sera del 7 febbraio, la sua famiglia: la condanna a morte di Ali al-Nimr è stata commutata in 10 anni di prigione e, considerati i nove anni già trascorsi in carcere, la scarcerazione dovrebbe aver luogo entro il 2022.
Ali al-Nimr, nipote del leader della minoranza sciita Nimr al-Nimr messo a morte nel gennaio 2016, era stato arrestato nel febbraio 2012 per reati relativi alle proteste degli sciiti nella Provincia orientale. All’epoca aveva 17 anni.
Era stato condannato a morte nel 2014, insieme ad altri due minorenni, Dawood al-Marhoun e Abdullah al-Zaher, rispettivamente 17 e 15 anni all’epoca del reato.
Nel 2020 un decreto reale aveva ordinato che le condanne a morte emesse nei confronti di rei minorenni venissero commutate. Intorno alla metà del 2021 la Procura dello Stato aveva disposto la revisione di tutte le condanne a morte di questo genere.
Non è chiaro se la revisione delle condanne di Dawood al-Marhoun e di Abdullah al-Zaher sia terminata e se le loro sentenze siano state a loro volta commutate.
Le buone notizie di Amnesty International Italia sono anche su Pressenza.