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Nelle prime ore del 10 ottobre le forze russe hanno portato a termine massicci attacchi missilistici contro Kiev e altre città dell’Ucraina. Secondo fonti militari ucraine, contro gli obiettivi sono stati lanciati circa 40 missili.
Sono state colpite importanti infrastrutture, tra cui centrali elettriche, in otto regioni dell’Ucraina. Gli attacchi contro la capitale Kiev, che pare essere stato il principale obiettivo, hanno causato una profonda mancanza di energia elettrica e ritardi lungo la rete ferroviaria. Secondo la polizia nazionale ucraina, su 117 edifici danneggiati in tutto il paese 29 erano importanti infrastrutture, quattro erano strutture multipiano e 35 erano abitazioni private.
Per la prima volta dall’inizio dell’aggressione della Russia contro l’Ucraina, è stato colpito anche il centro di Kiev. In quattro quartieri della capitale sono stati riportati danni, tra cui quelli all’Università nazionale Shevchenko, a un ponte pedonale e a un campo sportivo nel parco Shevchenko.
Secondo il Centro per le situazioni d’emergenza, gli attacchi russi di oggi hanno causato 11 morti (cinque dei quali a Kiev) e 89 feriti. Il presidente russo Putin ha plaudito agli attacchi, affermando che hanno preso di mira “strutture per la produzione di energia e strutture amministrative e per le comunicazioni” dell’esercito ucraino.
“Quello di oggi è stato un altro giorno di notizie raggelanti dall’Ucraina. Gli attacchi russi hanno colpito aree residenziali, i centri cittadini e infrastrutture civili. Il cratere lasciato da un missile russo in un parco giochi al centro di Kiev è un profondo simbolo del completo disprezzo per la vita umana che caratterizza l’invasione russa”, ha dichiarato Agnés Callamard, segretaria generale di Amnesty International.
“L’obiettivo degli attacchi di oggi era chiaro: seminare il terrore nella popolazione civile”, ha sottolineato Callamard.
“La Russia deve immediatamente porre fine alla sua guerra di aggressione. Tutti i responsabili di questa aggressione e dei crimini di guerra, compresi i comandanti militari e i leader civili come ministri e capi di stato, devono essere chiamati a rispondere delle loro azioni”, ha concluso Callamard.
Dall’inizio del conflitto Amnesty International sta documentando crimini di guerra e altre violazioni del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario commesse dalla Russia durante la sua guerra di aggressione all’Ucraina. Tutti questi contenuti sono disponibili qui.
Amnesty International continua a chiedere che i membri delle forze armate e le autorità responsabili dell’aggressione all’Ucraina e delle violazioni dei diritti umani siano chiamati a risponderne. L’organizzazione per i diritti umani apprezza l’indagine in corso da parte del Tribunale penale internazionale. L’accertamento complessivo delle responsabilità richiederà lo sforzo congiunto delle Nazioni Unite e dei suoi organismi così come iniziative a livello nazionale secondo il principio della giurisdizione universale.