Camerun, le stragi nascoste di Boko haram

12 Dicembre 2019

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Di ritorno da una missione di ricerca in Camerun, Amnesty International ha pubblicato una durissima denuncia nei confronti del gruppo armato islamista Boko haram, che negli ultimi anni ha sempre più esteso oltreconfine, dalla Nigeria, le sue sanguinose azioni.

Nei primi 11 mesi dell’anno, si legge nel rapporto dell’organizzazione per i diritti umani, Boko haram ha ucciso almeno 275 persone nel nord del paese. In altre parole, 25 al mese. Di queste, almeno 225 erano civili del tutto estranei al conflitto in corso da anni tra il gruppo armato e le forze di sicurezza camerunensi.

Meno male che, il 9 gennaio, il presidente Paul Biya aveva proclamato che Boko haram era stato “cacciato via” e costituiva oramai solo una “minaccia residuale”.

Nei mesi a seguire, la “minaccia residuale” ha razziato e incendiato case private e centri sanitari, ha ucciso un anziano non vedente e ha mozzato le orecchie a tre donne perché i loro mariti erano sfuggiti alla cattura.

Il rapporto di Amnesty International segnala anche casi di civili di religione non musulmana costretti, dietro minacce di morte, a convertirsi all’Islam, unica garanzia – dicevano quelli di Boko karam – che i loro villaggi sarebbero rimasti in pace.

È più che comprensibile che i sopravvissuti e i parenti delle vittime incontrati da Amnesty International abbiano dichiarato di sentirsi “completamente abbandonati dallo stato”.

Post di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, pubblicato sul blog Le persone e la dignità