Giles Clarke/Getty Images Reportage
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Il cosiddetto Decreto Minniti-Orlando desta le preoccupazioni del presidente di Amnesty International Italia Antonio Marchesi che, in una nota stampa, è intervenuto a commento dell’approvazione da parte della Camera dei Deputati.
“Decisioni più tempestive sulla protezione internazionale sono nell’interesse dei richiedenti asilo ma, – ha sottolineato Marchesi – la celerità non deve portare ad una limitazioni dei diritti e delle garanzie procedurali“.
Secondo il decreto Minniti-Orlando (convertito in legge e intitolato “Disposizioni urgenti per l’accelerazione dei procedimenti in materia di protezione internazionale, nonché per il contrasto dell’immigrazione illegale”) le nuove sezioni specializzate in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini dell’Unione europea procedono all’identificazione del richiedente asilo sulla base di una videoregistrazione dell’intervista, tramite interprete, di fronte alla Commissione Territoriale.
L’art. 46 della Direttiva dell’Unione europea 2013/32 sulle procedure in materia di protezione internazionale, nello stabilire che gli stati devono offrire un rimedio effettivo in caso di diniego, specifica che tale rimedio deve garantire un riesame completo ed ex nunc della situazione del richiedente sia per quanto riguarda i fatti che per quanto riguarda i punti di diritto.
Uno degli aspetti preoccupanti del Decreto Minniti-Orlando riguarda l’adeguatezza della procedura camerale con solo uso della videoregistrazione dell’intervista a una materia che può portare ad esporre un individuo a gravi rischi per la vita e l’incolumità personale. Questo, insieme all’abolizione del secondo grado di appello, fanno si che il richiedente asilo abbia una sola possibilità di spiegarsi di persona di fronte ad un’autorità nazionale.
Numerose sono le critiche, già sollevate da avvocati e magistrati, inclusa l’Associazione nazionale magistrati (Anm), di incostituzionalità ed irrazionalità di alcune delle norme introdotte dal decreto Minniti-Orlando.
In particolare l’Anm ha criticato la forte limitazione del contraddittorio e della pubblicità dell’udienza in una materia riguardante i diritti umani, nonché l’abolizione del diritto d’appello in un ordinamento che lo garantisce anche per controversie di valore pecuniario e non pecuniario molto modesto rispetto a quanto è in gioco in una controversia riguardante la protezione internazionale.
C’è da considerare, inoltre, che si potrebbero riscontrare aspetti discriminatori rispetto al diritto ad un rimedio effettivo tra cittadini e stranieri, derivanti dall’abolizione del diritto d’appello rispetto alla decisione del tribunale in materia di protezione internazionale.