Emirati, importante sentenza dell’Alta corte di giustizia di Londra sul rapimento della principessa Latifa

6 Marzo 2020

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Amnesty International ha apprezzato la sentenza dell’Alta corte di giustizia del Regno Unito che, il 5 marzo, ha stabilito che l’emiro di Dubai nonché primo ministro degli Emirati Arabi Uniti, Sheikh Mohammed bin Rashid Al Maktoum, è responsabile dell’arresto e dei maltrattamenti subiti da sua figlia, Sheikha Latifa.

La principessa Latifa è agli arresti domiciliari senza contatti con l’esterno da oltre due anni a Dubai, dopo essere stata rapita in acque internazionali nel 2018 mentre era a bordo della nave “Nostromo”, durante il suo secondo tentativo di fuga dalla famiglia: nel 2002 era stata posta in detenzione per tre anni.

Per tutto il procedimento, il primo ministro Mohamed bin Rashid ha preteso di convincere la giuria che la questione fosse di natura familiare e privata. Ma, ha sottolineato Amnesty International, un sequestro di stato e i successivi maltrattamenti sono una violazione dei diritti umani di rilevanza internazionale.

Dopo la sentenza dell’Alta Corte del Regno Unito, Amnesty International ha rinnovato la richiesta alle autorità emiratine affinché la principessa Latifa sia rilasciata e possa viaggiare liberamente all’estero, anche per chiedere asilo politico se avrà intenzione di farlo.

L’associazione per i diritti umani ha seguito il caso basandosi sulla documentazione disponibile e sulle testimonianze del personale della nave “Nostromo”.