Etiopia, il conflitto in Tigray s’intensifica: timore di nuove atrocità

24 Ottobre 2022

Photo by YASUYOSHI CHIBA/AFP via Getty Images

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Con l’intensificarsi del conflitto nella regione etiopica del Tigray, Amnesty International ha chiesto a tutte le parti coinvolte di proteggere le popolazioni civili.

Il 18 ottobre le forze armate dell’Etiopia hanno annunciato di aver preso il controllo dell’importante città di Sciré, nel nordovest del Tigray, dove si trovano migliaia di sfollati tigrini, e altri di due centri nel sud della regione, Alamata e Korem.

Il governo di Addis Abeba ha affermato che sta cercando di ridurre al minimo le vittime civili evitando combattimenti urbani e istruendo le sue forze armate a rispettare strettamente le regole d’ingaggio: dichiarazioni contraddette dalle informazioni ricevute da Amnesty International.

“La popolazione civile tigrina teme che si ripetano in modo massiccio quelle violazioni dei diritti umani – come le uccisioni illegali, la violenza sessuale e gli attacchi sistematici – commesse quando, da novembre 2010 a giugno 2021, queste zone erano sotto il controllo delle Forze di difesa nazionali dell’Etiopia e dei loro alleati”, ha dichiarato Muleya Mwananyanda, direttrice di Amnesty International per l’Africa orientale e meridionale.

Ad agosto e a settembre una serie di attacchi aerei a nelle zone di Mekelle e di Adi Daero ha causato la morte di centinaia di civili, bambini compresi. Tra il 6 e il 12 settembre le forze armate dell’Eritrea, alleate con quelle dell’Etiopia, si sono rese responsabili di almeno 40 esecuzioni extragiudiziali, anche nei confronti di rifugiati eritrei, nella città di Shreraro.

“Le autorità militari e civili devono riconoscere che hanno il dovere di prevenire e punire i crimini di guerra commessi dalle loro forze. Non farlo significa esserne complici. Abbiamo già visto come in questo conflitto l’impunità per le precedenti atrocità abbia incoraggiato le forze armate a commettere crimini ancora più efferati. I crimini di guerra e i crimini contro l’umanità che Amnesty International ha già documentato non dovranno ripetersi”, ha sottolineato Mwananyanda.

Amnesty International ha pertanto sollecitato le autorità dell’Etiopia a sospendere e a rimuovere da ruoli attivi tutti coloro – compresi i militari eritrei e le milizie amara – che sono sospettati di aver preso parte a violazioni dei diritti umani e a crimini di guerra e ad assicurare che essi siano posti sotto indagine e, dovessero emergere prove sufficienti, sottoposti a processo.

Amnesty International ha anche chiesto alle autorità dell’Etiopia di autorizzare pieno accesso alla regione del Tigray, in modo che possano essere consegnati in modo efficace e imparziale gli aiuti umanitari. Le autorità di Addis Abeba dovrebbero anche permettere agli organi competenti, regionali e internazionali, sui diritti umani di svolgere indagini indipendenti e credibili sulle attuali e passate atrocità commesse nel conflitto.

 

Ulteriori informazioni

Amnesty International sta documentando dal 2020 gravi violazioni dei diritti umani ad opera di tutti gli attori coinvolti nel conflitto del Tigray, compresi crimini di guerra e altri crimini di diritto internazionale.

A causa del conflitto in corso, la regione del Tigray è pressoché isolata dal mondo esterno. Da quando, nell’agosto 2022, è ripreso il conflitto tra l’esercito federale e le forze tigrine, gli operatori umanitari hanno riportato ad Amnesty International denunce credibili relative alle numerose vittime provocate da attacchi diretti contro i civili e attacchi indiscriminati contro le infrastrutture civili.