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Cosa spinge uomini, donne e bambini ad affrontare la traversata del Mediterraneo? Perché a migliaia muoiono nel tentativo di varcare le frontiere europee? E le politiche messe in campo dal governo italiano e dagli altri governi europei negli ultimi anni sono parte della soluzione o del problema?
E’ a queste domande che cercheremo di rispondere domani, all’evento “Tra Europa e Libia: il Mediterraneo frontiera di diritti negati” organizzato ad Ancona, presso i locali della Mole Vanvitelliana ( Sala Vanvitelli). Il dibattito, organizzato dalla Sezione Italiana di Amnesty, il gruppo di Ancona ed il Festival Adriatico Mediterraneo 2018 inizierà alle 19.00.
Parteciperanno Matteo de Bellis, ricercatore su asilo e migrazioni, che lavora presso il Segretariato Internazionale di Amnesty International, a Londra. Mentre introdurrà l’evento Paolo Pignocchi, vicepresidente di Amnesty Italia.
“Un tema dibattuto e di estrema attualità, quello delle traversate del Mediterraneo e delle loro drammatiche conseguenze, merita di essere affrontato con serietà. Lo faremo partendo dalle storie di chi è scappato dalla guerra e dalla miseria, di chi si è visto imprigionato nei centri di detenzione in Libia, di chi è sopravvissuto a naufragi e di chi in Europa ha ricominciato a sperare.
Offriremo anche una cronistoria delle politiche adottate dal governo italiano per fare fronte agli sbarchi, a partire da quel Trattato di Amicizia tra Italia e Libia di cui il 30 agosto 2018 e’ stato il decennale. Discuteremo di temi “caldi” come la cooperazione con la Guardia Costiera Libica, la situazione delle persone riportate nei centri di detenzione in Libia, le accuse alle ONG che operano salvataggi in mare, e la politica dei “porti chiusi”.
E cercheremo di capire, guardando al futuro, se c’è un modo per gestire i fenomeni migratori con ordine ed umanità, riducendo le traversate irregolari ed assicurando la protezione dei diritti umani di tutti.” ha dichiarato Matteo De Bellis.