“Vedo i miei alunni più propositivi e capaci di confrontarsi”: un’insegnante racconta Amnesty Kids Scuola

12 Novembre 2018

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Con Amnesty Kids Scuola i miei alunni sono diventati più propositivi. È bello vedere come possono confrontarsi anche su grandi temi come i diritti umani

Federica è un’insegnante di una scuola secondaria di I grado di Itri, un piccolo comune in provincia di Latina, che ha iscritto la sua classe ad Amnesty Kids Scuola.

Amnesty Kids Scuola è un progetto di Educazione ai diritti umani (EDU) rivolto alle classi della scuola primaria e a quelle della scuola secondaria di I grado.

Qual è la reazione dei ragazzi quando si parla di diritti umani?

Ci sono due tipi di reazioni: chi era già sensibile a questo tipo di discorsi invoglia anche gli altri, chi è più restio difende le proprie idee e ha un maggior arroccamento su posizioni già prese.

Quando ai ragazzi vengono proposte le attività didattiche sui diritti umani, che tipo di risposta c’è?

Quasi sempre positiva, nel 90 per cento dei casi. C’è anche chi tende a essere poco partecipe perché magari non crede nella battaglia.

Ci fa un esempio?

Soprattutto i temi che i ragazzi sentono maggiormente lontani, anche solo per una questione geografica. Diverso è il caso che abbiamo affrontato lo scorso anno di un’attivista francese che ha aiutato alcuni migranti. In quel caso il coinvolgimento di tutti è stato molto alto.

Parlare di diritti in classe porta a un risultato? Cosa cambia nel loro modo di pensare?

I ragazzi sviluppano una maggiore sensibilità. Gli alunni recepiscono il messaggio e sono propositivi nel voler continuare. Cambia il loro modo di stare insieme. Le attività didattiche proposte dal progetto Amnesty Kids li aiutano a essere propositivi.

Cambia il loro linguaggio, il loro modo di comunicare?

Su questo c’è ancora molto da lavorare, perché i ragazzi sono in fase di crescita. Questo progetto li arricchisce, ma non basta solo un anno. Noi buttiamo il seme, certamente.