La Camera delle Filippine approva il ritorno della pena di morte: misura inumana, illegale e inefficace

7 Marzo 2017

TED ALJIBE/AFP/Getty Images

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Il 7 marzo la Camera dei rappresentanti delle Filippine ha approvato, con 216 voti a favore, 54 contrari e un’astensione la proposta di legge 4727 sulla reintroduzione della pena di morte. Il presidente della Camera ha apertamente minacciato di annullare le nomine a incarichi prestigiosi dei parlamentari che avessero osato votare contro o astenersi. Il testo passa ora all’esame del Senato.

L’approvazione in prima lettura della misura chiesta dalla maggioranza parlamentare che appoggia il presidente Duterte costituisce, secondo Amnesty International, un pericoloso passo indietro e una clamorosa violazione degli obblighi internazionali delle Filippine.

L’idea che la pena di morte libererà il paese dalla droga è semplicemente errata. Si tratta solamente di una punizione inumana e inefficace che non è mai la soluzione. Oltretutto, il tentativo di reintrodurla è chiaramente illegale“, ha dichiarato Champa Patel, direttrice per l’Asia Sud-orientale e il Pacifico di Amnesty International.

Da quando, il 30 giugno, il presidente Duterte è salito al potere, nelle strade delle Filippine vi sono stati oltre 8000 morti, molti dei quali a seguito di esecuzioni extragiudiziali nel contesto della cosiddetta “guerra alla droga” proclamata da Duterte.

Amnesty International si oppone alla pena di morte per tutti i reati e in ogni circostanza. Secondo il diritto internazionale, il suo uso dev’essere limitato ai crimini più gravi tra i quali non sono compresi i reati di droga. Non vi è inoltre alcuna prova che la pena di morte abbia un effetto deterrente particolare o superiore rispetto ad altre sanzioni.

Come le esecuzioni extragiudiziali, la pena di morte per presunti reati di droga violerà il diritto internazionale, priverà le persone della loro vita e prenderà sproporzionatamente di mira i poveri“, ha commentato Patel.

“Il Senato rappresenta ora l’ultima speranza per evitare che le Filippine vengano meno ai loro obblighi internazionali ed evitare un passo indietro”, ha sottolineato Patel.

Nel 2007 le Filippine hanno ratificato un trattato internazionale che vieta categoricamente le esecuzioni e impegna i paesi verso l’abolizione della pena di morte. Non è prevista alcuna possibilità di ritirarsi da tale obbligo.

Dal 2006, anno dell’abolizione della pena di morte, le Filippine hanno sostenuto con convinzione la causa abolizionista, promuovendo diverse iniziative in ambito internazionale e riuscendo anche a ottenere la commutazione delle condanne alla pena capitale inflitte a cittadini filippini all’estero.

I paesi che hanno abolito la pena di morte per legge o per prassi sono 141. Nella regione Asia – Pacifico, 19 paesi l’hanno abolita per tutti i reati e altri otto sono abolizionisti per prassi. In Mongolia, un codice penale abolizionista entrerà in vigore nel luglio 2017.