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6 Marzo 2017

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Firma l’appello per salvare Djalali

Il ricercatore iraniano è in carcere dal 25 aprile 2016 e ora rischia la pena di morte. Le autorità lo hanno accusato di ‘spionaggio’ ma ancora non gli è stato formalizzato un capo d’accusa né è stata stabilita la data del processo. Ahmadreza Djalali negli ultimi anni ha lavorato anche presso l’Università del Piemonte Orientale.

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Shahrul Izani in Malesia ottiene la grazia dopo una mobilitazione internazionale, preoccupazioni per il possibile ritorno della pena capitale in Turchia e per la ripresa delle esecuzioni nelle Maldive, in Guatemala la Corte Costituzionale impone nuovi limiti alla pena di morte, in Iraq il caso dei fratelli Tale’ Nayef mentre in Iran commutate le condanne a morte di sei minorenni, in Marocco una fatwa esclude la pena di morte in caso di apostasia.
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