Malta, l’udienza preliminare dei “Tre della El Hiblu”

30 Maggio 2024

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Oggi, presso il tribunale de La Valletta, si svolgerà l’udienza preliminare nei confronti di tre giovani della Costa d’Avorio e della Guinea (i “Tre della El Hiblu”), che rischiano l’ergastolo per aver tentato di impedire il rientro illegale in Libia del capitano della nave che li ha salvati mentre, nel marzo 2019, all’età di soli 15, 16 e 19 anni, erano fuggiti a bordo di un gommone con altre 108 persone.

Quando il gommone si sgonfiò, arrivò a soccorrerli un cargo privato, la “El Hiblu”. Il suo capitano cercò di invertire la rotta verso la Libia, in violazione del diritto internazionale che afferma l’obbligo di sbarcare le persone soccorse in mare verso il primo porto sicuro.

Il cargo approdò a Malta il 28 marzo 2019. I tre giovani vennero arrestati con l’accusa di aver costretto l’equipaggio della “El Hiblu” a invertire la rotta.

Secondo numerose testimonianze, i tre giovani cercarono di calmare le persone a bordo e agirono come traduttori tra le persone soccorse e l’equipaggio del cargo.

Per questo motivo, ora rischiano l’ergastolo per terrorismo, arresto illegale, detenzione, isolamento dell’equipaggio della “El Hiblu” e altri reati.

“Rinnoviamo l’appello alle autorità maltesi: annullate le accuse e chiudete questa vicenda. Sono passati cinque anni da quando questi giovani cercarono di mediare tra l’equipaggio della ‘El Hiblu’ e le persone soccorse, terrorizzate dalla prospettiva di un ritorno illegale in Libia. I ‘Tre della El Hiblu’ non possono essere i capri espiatori del fallimento delle politiche europee di ricerca e soccorso in mare”, ha dichiarato Elisa De Pieri, ricercatrice di Amnesty International sull’Europa.

“I comandanti delle navi hanno il dovere di soccorrere persone che si trovino in pericolo in mare e di portarli verso una destinazione sicura. La Libia non lo è: le violazioni dei diritti umani contro migranti e rifugiati sono ampiamente documentate. Da quando la Libia, appoggiata dall’Unione europea, ha dichiarato una sua zona di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale, i comandanti delle navi hanno due opzioni impossibili: vedersi rifiutato l’approdo negli stati dell’Unione europea o riportare in Libia le persone soccorse, in violazione del diritto internazionale”, ha aggiunto De Pieri.

La vicenda giudiziaria dei ‘Tre della El Hiblu’ è stata segnata da una serie di violazioni dei diritti umani, tra le quali la detenzione di minori in strutture penitenziarie per adulti, l’avvio del processo in un tribunale per adulti, la mancata convocazione di testimoni-chiave e l’assenza di un servizio d’interpretariato adeguato. I “Tre della El Hiblu” non avrebbero mai dovuto finire sotto processo. Ora, verificheremo con attenzione se Malta rispetterà il suo obbligo internazionale di garantire loro un giusto processo”, ha concluso De Pieri.