Sudan, abrogata la pena di morte per il “reato” di omosessualità

17 Luglio 2020

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A piccoli passi, prosegue il cammino delle riforme in Sudan.

Dopo la messa al bando delle mutilazioni dei genitali femminili e l’abolizione delle norme sull’apostasia, il 16 luglio è stato emendato l’articolo 148 del codice penale, che ora non prevede più la pena di morte per il “reato” di omosessualità. Annullata anche la pena accessoria delle 100 frustate.

Le relazioni consenzienti tra adulti dello stesso sesso restano tuttavia criminalizzate: fino a cinque anni di carcere in assenza di recidiva, fino a sette anni in caso di recidiva e l’ergastolo in caso di terza reiterazione del “reato”.

Le buone notizie di Amnesty International Italia sono anche su Pressenza.