Credit: AFP/Getty Images
Tempo di lettura stimato: 3'
Il 30 gennaio si riunirà la sessione speciale del Parlamento europeo sullo stato di diritto e il rispetto dei diritti umani in Ungheria, dove persiste una situazione preoccupante su molti fronti: per il funzionamento del sistema costituzionale, l’indipendenza della magistratura, le libertà di espressione e di associazione, il diritto a un trattamento equo, i diritti delle minoranze tra le quali i rom e gli ebrei, i diritti fondamentali dei migranti, dei richiedenti asilo e dei rifugiati e altro ancora.
Il 12 settembre 2018 il peggioramento della situazione dei diritti umani in Ungheria aveva spinto il Parlamento europeo ad adottare un rapporto per avviare la procedura ai sensi dell’articolo 7.1 del Trattato dell’Unione europea, a causa del “chiaro rischio di una grave violazione” dei principi fondanti europei da parte dell’Ungheria.
I due terzi del parlamento europeo avevano votato a favore di un rapporto in cui si afferma che l’Ungheria rischia seriamente di violare i principi fondamentali dell’Unione.
Se il Consiglio europeo rilevasse all’unanimità la “grave e persistente violazione” da parte dell’Ungheria di tali principi costitutivi, le procedure previste dall’articolo 7 potrebbero portare a sanzioni come la sospensione del diritto di voto dell’Ungheria all’interno del Consiglio.
“In Ungheria, l’erosione dei diritti fondamentali e gli attacchi alle voci dissidenti proseguono senza sosta. Lo scorso novembre, 476 organi d’informazione sono stati fusi in un’enorme agglomerato mediatico filogovernativo. In più, il nuovo sistema di giustizia amministrativa, profondamente influenzato dal ministero dell’Interno, consentirà ai politici di interferire nelle questioni giudiziarie e compromettere l’indipendenza della magistratura”, ha dichiarato Dávid Vig, direttore della sezione ungherese di Amnesty International, invitato gli stati membri a tenere alta la pressione sul paese.
“A settembre, i parlamentari europei hanno mostrato il loro appoggio alla popolazione ungherese invocando la procedura dell’articolo 7 e chiedendo al governo di Budapest di rispettare i principi fondanti dell’Unione europea di giustizia e rispetto dei diritti umani”, ha aggiunto Vig.
“Adesso ci affidiamo agli stati membri per far sì che il governo ungherese non possa continuare a mettere impunemente a rischio lo stato di diritto e i diritti fondamentali. La presidenza della Romania dovrà proporre un preciso piano agli stati membri per difendere quei principi”, ha concluso Vig.