Le lettere di San Valentino per gli attivisti cinesi in carcere

14 Febbraio 2024

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Due attivisti e un’attivista per i diritti umani in carcere in Cina e a Hong Kong non potranno vedere i loro partner, né per San Valentino né nel Giorno delle lanterne (la giornata cinese degli innamorati del 24 febbraio).

Così, hanno preso la penna in mano e hanno scritto delle lettere. Amnesty International ha ottenuto l’autorizzazione a pubblicarle.

Gao Zhisheng è un avvocato. Non si hanno sue notizie da quando, nell’agosto del 2017, è stato arrestato nella città di Yulin, nel nordest della Cina. In precedenza era stato già in carcere e torturato a causa delle sue attività in favore dei diritti umani. Ecco la lettera di sua moglie, Geng He:

“Caro Zhisheng,

Come stai? L’inverno gelido del nord della Cina mi fa sempre preoccupare per la tua salute. Senza la tua famiglia accanto, come riesci ad affrontare questi giorni di grande freddo? Ho voglia di vederti, di prendermi cura di te e di darci calore l’uno all’altra.

L’amarezza della nostra separazione, che va avanti da 16 anni, fa di ogni giorno una lotta e di ogni piccola notizia su di te una cosa preziosa, soprattutto se penso che l’ultima volta che abbiamo comunicato risale a sette anni fa.

Ti ricordi? Trentaquattro anni di conoscenza e di amore, di fiducia nel fatto che avremmo trascorso tutta la vita insieme. Poi, il destino ci ha divisi, costringendoci a fare affidamento sulla fiducia e sull’immagine di una famiglia unita nel nostro cuore.

Si avvicinano il Festival della primavera e San Valentino. Quanto vorrei che potessi improvvisamente apparire davanti a me e che la nostra famiglia tornasse a essere unita.

Zhisheng, nonostante quello che stiamo passando la nostra famiglia è diventata la più forte del mondo. I bambini e io sopporteremo coraggiosamente tutti fino al giorno del tuo ritorno. Ti prego di essere forte e di stare bene, non importa cosa tu debba affrontare, e di tornare da noi. Ti aspetteremo per sempre e ti ameremo per sempre”.

Chow Hang-tung, avvocata, è in carcere a Hong Kong per aver preso parte all’organizzazione di una commemorazione del massacro avvenuto sulla Tiananmen, a Pechino nel 1989. Per questo, rischia fino a dieci anni. Il suo fidanzato, a sua volta attivista, Ye Du, vive nella città cinese di Guangzhou, sotto sorveglianza della polizia. Ecco la sua lettera:

“Non ho mai avuto la possibilità di trascorrere San Valentino con Hang-tung. Quando ci siamo messi insieme, io non potevo lasciare il paese. Poi a lei è stato vietato entrare. Quindi, mai un San Valentino insieme. Allora, ogni piccola occasione in cui abbiamo potuto trascorrere del tempo insieme è stata una benedizione. Se ami davvero una persona, ogni giorno è San Valentino. Dall’estate del 2019 a oggi non ho mai potuto lasciare il paese e lei ora è in prigione. Dunque, non c’è alcuna possibilità di vederci.

Nel 2021 ci siamo scambiati i regali di San Valentino per l’ultima volta. Sapendo come spesso lei sforzi gli occhi mentre legge dal suo telefono, ho ordinato un Kindle da un portale di vendite online di Hong Kong. Lei mi ha spedito un set di asciugamani di cotone. Avremmo voluto come ogni altra coppia trascorrere San Valentino insieme, sotto la luna. Invece, in questo periodo storico in cui la libertà e la dignità vengono calpestate, dobbiamo sopportare questo peso e andare avanti. Il nostro amore condiviso ci dà il coraggio e la forza di proseguire.

La gente dice sempre che l’amore deve resistere alle prove. Ma quando arriva la tempesta, molti rapporti terminano. Ora, lei è in una prigione di Hong Kong e ogni volta che io, qui in Cina, parlo di lei o scrivo di lei, vengo convocato per interrogatori. Ecco: la prova imposta da un potere autoritario non ha mai stroncato il nostro amore. Nonostante la distanza e gli ostacoli, il nostro desiderio reciproco non si spegnerà mai. Per tutta la durata della nostra vita, non tradiremo la libertà e non ci tradiremo a vicenda”.

L’anno scorso l’avvocato Ding Jiaxi è stato condannato a 12 anni di carcere per “sovversione dei poteri dello stato”. La sua colpa? Aver organizzato incontri per discutere sul ruolo della società civile in Cina e di questioni politiche. Sua moglie, Ding Shengchun, gli ha scritto questa lettera:

“Caro Jiaxi,

ho perso il conto delle volte in cui ho iniziato a scriverti lettere, non sapendo se ti sarebbero state consegnate. Dal giorno del tuo secondo arresto, il 26 dicembre 2019, questa è la sessantesima anche se avrei voluto scrivertene molte di più. Temevo però che ti avrei rattristato.

Ogni domenica, al ritorno dalla chiesa, sento il forte bisogno di scriverti, oggi in particolare. Ogni volta penso che tu sia seduto accanto a me durante la funzione religiosa.

Quando le parole del pastore mi commuovono, mi chiedo se anche tu senta la stessa cosa. Da quando sono stata battezzata, vorrei parlare con te della fede. È triste che, prima del tuo arresto, non ne abbiamo mai potuto parlare. Il sermone di oggi parlava della risposta alla chiamata di Dio, di quanto sia difficile portare avanti la Sua missione. Quelle parole hanno elevato la mia anima.

Negli ultimi mesi ho fatto molte nuove amicizie, soprattutto con persone giovani, alcune di loro hanno la stessa età di nostra figlia. Parlare con loro è un grande stimolo per la mente e mi dà gioia. Oggi abbiamo parlato dei diritti delle donne e questo ha ampliato di molto il mio punto di vista.

Ogni giorno ricordo a me stessa che la felicità è una condizione fondamentale per il successo. Le tue parole, ‘Sii felice e piena di gioia come cittadina’, risuonano ancora dentro di me.

Per evitare che la mia famiglia subisca rappresaglie dagli addetti alla sicurezza nazionale, evito di chiedere loro di visitarti. Scriverti lettere è il solo modo di augurarti tutto il bene e aspetto ardentemente che tu mi risponda. Che Dio ti protegga e ti dia salute e benessere”.

 

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