Perú, 100 giorni di proteste: repressione razzista e indagini lente

17 Marzo 2023

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In occasione del centesimo giorno dall’inizio delle proteste sociali in Perú, la direttrice di Amnesty International per le Americhe, Erika Guevara-Rosas, ha diffuso questa dichiarazione:

“Nonostante le ripetute richieste di tutta la comunità internazionale alle autorità peruviane affinché pongano fine alla massiccia soppressione delle proteste, segnata da pregiudizio razziale nei confronti dei manifestanti, soprattutto nativi e contadini, stiamo ancora constatando che la repressione resta l’unica strategia adottata per rispondere alle richieste della popolazione. Le autorità sono responsabili di quanto accade sotto il loro comando e hanno l’obbligo di assicurare che i manifestanti non rischino di rimanere feriti o di morire solo per aver espresso il loro malcontento”.

Marina Navarro, direttrice di Amnesty International Perú, ha aggiunto:

Sono trascorsi 100 giorni dall’inizio di un periodo molto doloroso per il nostro paese. Decine e decine di famiglie sono a lutto o stanno lottando per aiutare i loro parenti rimasti gravemente feriti. Insieme hanno trovato la forza e il sostegno per chiedere un comportamento professionale da parte delle istituzioni che hanno mostrato di non avere i mezzi né la volontà di assicurare verità, giustizia e riparazione. Oggi più che mai l’ufficio del Procuratore generale deve assumere iniziative concrete per assicurare indagini imparziali e approfondite e per destinare sufficienti risorse economiche e umane alla lotta all’impunità”.

Leggi la nostra ricerca sulla repressione delle proteste in Perú.