Elezioni europee: il nostro impegno in difesa dei diritti e contro l’odio

18 Aprile 2019

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Le nostre richieste ai candidati

In vista delle elezioni parlamentari europee, chiederemo alle candidate e ai candidati di impegnarsi, se eletti, a promuovere e proteggere i diritti umani in otto distinti ambiti:

  • donne e persone Lgbti;
  • migranti e rifugiati;
  • politiche di austerità;
  • spazi di libertà;
  • difensori dei diritti umani;
  • rom;
  • attività economiche e diritti umani;
  • cambiamento climatico.

Monitoraggio dei candidati

In aggiunta alle richieste di impegno dei candidati alle elezioni europee, grazie alla tecnologia e ai nostri attivisti, stiamo avviando in questi giorni un lavoro di monitoraggio dei profili Facebook e Twitter dei candidati e delle candidate al Parlamento europeo più attivi online e dei leader di partito ai quali fanno riferimento, per valutare in che modo essi si esprimeranno, e se useranno linguaggio d’odio, su una serie di temi e categorie quali donne, persone Lgbti, disabilità, migranti, rifugiati e persone con background migratorio, rom, minoranze religiose, solidarietà, povertà socio-economica.

Fino al 24 maggio circa 100 nostri attivisti osserveranno anche le reazioni e risposte degli utenti, per rilevare le eventuali correlazioni tra toni e messaggi veicolati dalla politica e sentimento delle persone rispetto a determinati temi.

I dati così raccolti saranno analizzati da ricercatori esperti (data scientist, sociologi, linguisti, psicologi e giuristi). I risultati verranno illustrati in un rapporto, la cui pubblicazione è prevista intorno alla data di insediamento del nuovo Parlamento europeo.

Il nostro lavoro di contrasto all’odio

Tutte queste attività saranno accompagnate dal “Tavolo odio”, una rete informale di circa 30 tra organizzazioni e ricercatori dediti allo studio e al contrasto dei fenomeni d’odio e della discriminazione che, a partire dal 2018, hanno svolto incontri tematici su aspetti giuridici, educazione, attivismo, comunicazione, con l’obiettivo di stimolare una riflessione costruttiva e di individuare risposte e soluzioni mettendo a frutto le conoscenze e le competenze acquisite nel tempo dagli attori coinvolti.

Sarà rafforzata la “Task force hate speech”, una nostra rete di 150 attiviste e attivisti che dal novembre 2017 interviene nello spazio dedicato ai commenti delle pagine online e nelle piattaforme social (Facebook e Twitter) dove, a margine di un articolo, possono svilupparsi discorsi d’odio nei confronti di determinati soggetti-bersaglio, che rappresentano le categorie di persone maggiormente soggette a discriminazione. L’azione della Task Force Hate Speech ha una finalità duplice: tentare di risollevare il linguaggio a un livello civile e utilizzare lo spazio (più diretto e informale) dei commenti per promuovere l’informazione imparziale della notizia e sensibilizzare gli utenti del web.