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Insieme ad altre organizzazioni per i diritti umani, l’ambiente, il lavoro e la giustizia sociale e a rappresentanti della società civile, abbiamo rivolto un appello ai decisori presenti al Forum economico mondiale di Davos affinché intervengano e agiscano per ridurre la nostra dipendenza dall’utilizzo di combustibili entro dieci anni.
“L’emergenza climatica è il tema cruciale di Davos – ha dichiarato con una nota ufficiale Clare Algar, di Amnesty International –. I cambiamenti climatici minacciano i diritti di centinaia di milioni di persone all’acqua, al cibo e alla salute. I leader che sono a Davos devono scegliere se sostenere i diritti umani o i combustibili fossili, non possono sostenerli entrambi“.
Insieme alle altre organizzazioni chiediamo a tutti i governi e alle aziende che prendono parte all’incontro di dichiarare l’emergenza climatica nella loro sfera di influenza e mettere fine all’utilizzo e alla ricerca di combustibili fossili.
“Esistono ancora delle possibilità per evitare lo scenario peggiore, ma solo attraverso un’immediata azione di governi, aziende, investitori e società civile“, ha aggiunto Algar.
“Per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, dobbiamo dimezzare le emissioni globali entro il 2030 e azzerarle entro il 2050, ma tale obiettivo si sta allontanando. A Davos si riuniscono le persone più potenti del pianeta e noi chiediamo loro di mostrare che sono dalla parte dell’umanità, a partire da una dichiarazione ufficiale di emergenza climatica. I veri leader non si coprono gli occhi e le orecchie, è ora di affrontare la realtà“, ha concluso Clare Algar.
I governi devono riallocare i finanziamenti per i combustibili fossili destinandoli alla protezione sociale e all’energia rinnovabile prodotta responsabilmente e applicare un prezzo significativo sulle emissioni per far sì che le industrie che inquinano paghino.
La dichiarazione congiunta fa richiesta ai governi di garantire la transizione dai combustibili fossili e di dare priorità ai diritti delle comunità svantaggiate; alle aziende chiede di rispettare i diritti umani e l’ambiente, anche determinando l’impatto negativo della propria attività, rendendolo noto e intervenendo su di esso. Entrambi, governi e aziende, devono rispettare i diritti fondamentali alla libertà di espressione, associazione e riunione pacifica degli attivisti che lavorano su questi temi.