Grecia, incendi sulle isole: urgente trasferire i richiedenti asilo sulla terraferma

28 Aprile 2020

Giorgos Moutafis

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Le autorità greche devono evacuare i campi e trasferire i residenti in centri di accoglienza sicuri sulla terraferma: è più urgente che mai. Il governo di Atene deve mantenere la promessa di trasferire almeno quelli più vulnerabili“, ha aggiunto Moratti, vicedirettore di Amnesty International per l’Europa.

Dopo gli incendi che il 26 e il 27 aprile hanno distrutto tende e container nel campo di accoglienza per richiedenti asilo di Vathy, sull’isola greca di Samo, lasciando circa 200 persone senza un riparo, abbiamo sollecitato il trasferimento immediato dei più vulnerabili tra i circa 7000 richiedenti asilo presenti sull’isola, a fronte di una capienza massima di 648 posti.

Questi fatti ci ricordano quanto sia disperata la situazione dei rifugiati nei campi di accoglienza della Grecia, tra un alloggio reso sempre più precario dagli incendi e la paura di contrarre il virus del Covid-19, che avrebbe effetti devastanti in condizioni di sovraffollamento estremo“, ha dichiarato Massimo Moratti.

Secondo le autorità greche gli incendi del 26 aprile sono scoppiati durante scontri tra i residenti del campo.

Una settimana prima si era sviluppato un incendio nel campo, ugualmente sovraffollato, di Vial sull’isola di Chio.

Purtroppo l’accordo tra Organizzazione internazionale dei migranti, Alto commissariato Onu per i rifugiati e governo greco per il trasferimento di 2000 richiedenti asilo in alberghi e appartamenti sulla terraferma pare incontrare già alcuni ostacoli. La partenza di 1500 richiedenti asilo da Moria, prevista la scorsa settimana, è stata rimandata a tempo indeterminato, ufficialmente per organizzarla meglio ma a quanto pare a causa delle proteste registrate in alcuni dei luoghi di destinazione, alimentate anche dalle autorità locali” – ha sottolineato Moratti – “Gli stati dell’Unione europea devono fare molto di più per aiutare i richiedenti asilo che si trovano nei campi delle isole greche, potenziando le attività di ricollocamento. Solo in questo modo si potranno salvare esseri umani e potrà essere evitata una catastrofe sanitaria“.