In strada, per dare un aiuto a chi non ha di cosa mangiare

12 Giugno 2020

Tempo di lettura stimato: 6'

Nella settimana prima di Pasqua, abbiamo portato pacchi alimentari a una famiglia di 5 persone del Bangladesh. Il capofamiglia aveva perso il suo lavoro irregolare e non sapeva come recuperare il cibo per tutti. Quando abbiamo bussato alla sua porta, quasi non ci credeva che eravamo lì per lui… la figlia più piccola ha preso un uovo di Pasqua e lo ha tenuto stretto a sé fino a quando non siamo andati via! Era così felice!“, racconta così Fabrizio Schedid, responsabile di Binario 95 uno dei momenti più difficili vissuti nelle ultime settimane da centinaia di persone in tutta Italia.

Binario 95 è la realtà del Polo Sociale Roma Termini adibita per accogliere e supportare le persone senza dimora, selezionata tramite un bando da Amnesty International Italia nell’ambito della campagna #NessunoEscluso, per sostenere le iniziative varate a favore di persone e gruppi vulnerabili che vivono in strutture non adeguate a fronteggiare l’emergenza sanitaria da Covid-19.

Soprattutto tra marzo e aprile gli operatori dell’associazione hanno registrato un importante aumento dell’utenza: persone mai incontrate prima hanno saputo dei servizi offerti da Binario 95 grazie al passaparola per strada; persone con una casa ma che hanno perso tutto il resto hanno deciso di rivolgersi agli operatori del centro per bisogni primari; interi nuclei familiari sono stati rintracciati dal lavoro di monitoraggio, perché stavano letteralmente morendo di fame.

All’inizio dell’emergenza, alcuni nostri operatori hanno fatto lunghi giri per la città di Roma e ne è emersa una fotografia particolare: gli unici abitanti delle strade di Roma erano gli homeless. Se a tutti noi è stato imposto di rimanere a casa, per chi una casa non ce l’ha non restava che camminare o continuare a vivere per strada. Molti di loro sono stati anche multati e per me è stato incredibile leggere come causale di una sanzione: ‘non ho una casa’“.

Persone abituate a sopravvivere per strada, all’improvviso sono rimaste prive anche della solidarietà spontanea su cui potevano contare ogni giorno come quella di un proprietario di un bar, di un edicolante di fiducia o di un amico a cui chiedere di fare una doccia. Chi vive in strada in quarantena, come oggi, ha bisogno urgente di mangiare, lavarsi e vestirsi. 

Questi bisogni sono emersi sin dal principio dell’emergenza e sono motivo per cui Binario 95 non ha chiuso l’Help Center e il servizio docce ma anzi ha deciso di ampliarli, estendendo l’orario di attività e continuando anche il sabato e la domenica. La prima necessità è stata distribuire linee guida sull’emergenza da Covid-19 e spiegare bene all’utenza cosa fosse necessario fare, come evitare il contagio del virus e il rischio di essere essi stessi vettori. Ha inoltre preparato e garantito quotidianamente pacchi con mascherine, igienizzanti, cambio intimo e vestiario all’utenza.

E questo è stato possibile grazie al finanziamento di Amnesty International e a tutte le persone che hanno sostenuto l’associazione.

A partire dalle prossime settimane, gli operatori di Binario 95 hanno deciso di mettere in campo diverse azioni, quali:

  • Creare un canale con le ASL e le strutture ospedaliere per garantire il tampone all’intera utenza del centro e quindi far accedere nelle strutture di accoglienza tutti coloro che risultano negativi al test;
  • Continuare a operare con i servizi offerti, a distribuire mascherine e igienizzanti – la media attuale è di 80-100 mascherine al giorno – e utilizzare i termo scanner, anche come misura di sicurezza delle proprie attività e dei propri spazi di azione;
  • Offrire consulenza lavorativa all’utenza, con programmi di accompagnamento e di orientamento.

Secondo noi è fondamentale muoversi con creatività e accorciare la distanza tra i servizi, i sussidi, le opportunità e l’utente, perché le persone senza dimora possono anche avere delle misure di sostegno ma, per motivi differenti, spesso questi non le conoscono o capiscono. E noi vogliamo esserci, affinché nessuno resti escluso” conclude Fabrizio.

Binario 95 ha 10 posti letto, a cui si aggiunge un centro di accoglienza diurna progettuale per percorsi di re-inclusione sociale per circa 28 persone, e un servizio diurno a bassa soglia con lavanderia, uno spazio riposo e un servizio di docce per 15 persone, come stipulato nella convenzione con il comune di Roma.

Oltre al polo diurno, sono attivi l’Help Center che funge da sportello sociale e il Magazzino sociale cittadino, luogo in cui vengono raccolti vestiti, beni alimentari e in cui durante l’emergenza sono stati stoccati anche mascherine, igienizzanti e prodotti per la sanificazione.

I beneficiari sono essenzialmente persone senza fissa dimora, che si trovano ‘stabilmente’ nei dintorni della stazione Termini o in altre zone limitrofe. Con questi, nel tempo, gli operatori di Binario 95 hanno costruito un rapporto di fiducia stabile e per tale motivo, durante l’emergenza, il centro è diventato il loro principale punto di riferimento.

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