L’Unione europea deve approvare una direttiva solida per contrastare la violenza contro le donne

26 Gennaio 2024

Manifestazione in Svizzera

Tempo di lettura stimato: 4'

Nel corso delle trattative finali per la direttiva dell’Unione europea sulla lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica (COM/2022/105), Amnesty International e altre 11 organizzazioni per i diritti umani e della società civile hanno inviato una lettera aperta ai negoziatori della presidenza belga del consiglio dell’Unione europea, agli stati membri, al Parlamento europeo e alla Commissione europea.

La lettera chiede che vengano attuate misure efficaci per garantire l’adozione di una direttiva solida, in grado di fornire risposte concrete e necessarie in materia di prevenzione, protezione, sostegno alle vittime e procedimenti penali per una serie di reati che comprendono tali forme di violenza.

Il mancato accordo tra diversi stati membri dell’Unione europea mette in bilico l’approvazione di tale direttiva. Se non si raggiungerà un accordo nelle prossime settimane, esistono seri rischi che questa proposta venga ulteriormente indebolita o addirittura non adottata nel prossimo mandato del Parlamento europeo. Ciò comporterebbe il rischio di lasciare donne e ragazze senza un’adeguata protezione dalla violenza di genere e dalla violenza domestica.

Amnesty International, insieme alle altre organizzazioni, sollecita i governi nazionali a tradurre la retorica sulla fine della violenza contro le donne in azioni concrete, garantendo che lo stupro basato sulla mancanza di consenso sia considerato reato in tutta l’Unione europea.

FIRMA L’APPELLO

La violenza sessuale contro le donne è endemica e le definizioni basate sul consenso sono cruciali per garantire maggiore protezione e accesso alla giustizia, facilitare le segnalazioni e punire i responsabili.

La direttiva dell’Unione europea deve contrastare la violenza di genere affrontando la discriminazione da un punto di vista intersezionale, con particolare attenzione alle persone Lgbtqia+, alle lavoratrici del sesso e alle migranti. Si richiede un potenziamento delle protezioni e un miglior accesso alla giustizia per le vittime, compreso l’accesso a risarcimenti e canali di segnalazione sicuri, attraverso una stretta collaborazione tra le autorità che si occupano d’immigrazione e altre istituzioni, in modo da garantire che le sopravvissute alla violenza non vengano scoraggiate dalla denuncia a causa del loro status irregolare.

La direttiva deve altresì garantire pieno sostegno alle sopravvissute alla violenza, con accesso a servizi generici e specialistici, inclusi la gestione clinica dello stupro e l’assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva completa per le vittime di violenza sessuale, incluse le minorenni.

È inoltre di fondamentale importanza l’adozione di ampie ed efficaci misure preventive, tra cui l’obbligo di fornire un’educazione sessuale completa.

La richiesta delle organizzazioni firmatarie della lettera aperta è quindi di agire conformemente agli obblighi internazionali in materia di diritti umani, specialmente ai sensi della Convenzione di Istanbul, e di concordare sull’adozione di una direttiva più incisiva possibile per prevenire, perseguire e porre rimedio alla violenza contro le donne.