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La Corte suprema Usa ha dato il suo via libera definitivo al cosiddetto “muslim ban”, presentato da Trump a poche settimane dal suo insediamento nel gennaio 2017.
“Questa politica odiosa è una catastrofe totale – ha commentato con una nota ufficiale Ryan Mace, grassroots advocacy & refugee specialist di Amnesty International Usa – non solo per coloro che vogliono semplicemente viaggiare, lavorare o studiare negli Stati Uniti, ma anche per coloro che cercano protezione dalla violenza“.
Nonostante i diversi stop che il “Muslim ban” ha subito dal 2017 a oggi, insieme al al CLEAR Project (Creating Law Enforcement Accountability & Responsibility) della Facoltà di Giurisprudenza della City University di New York, avevamo documentato le violazioni del diritto internazionale e i danni causati alle persone colpite dal divieto di viaggio.
Basato su 30 interviste, il documento illustra i costi umani della misura intrisa di fanatismo anti-islamico voluta dall’amministrazione Trump: famiglie separate, progetti coltivati a lungo bruscamente interrotti, enorme sofferenza emotiva.
“Anche se questa decisione non affronta il distinto e ugualmente dannoso bando per rifugiati – continua Mace –, intrappola crudelmente le persone in paesi colpiti da conflitti e impedisce loro di cercare sicurezza negli Stati Uniti o di ricongiungersi con la famiglia. Alcune persone oggetto di questo divieto stanno fuggendo da conflitti che gli Usa hanno direttamente creato oppure perpetuato, come nel caso dello Yemen e della Siria. In questi casi, in particolare, stiamo sostanzialmente appiccando il fuoco e chiudendo la via di fuga. Non c’è spazio per questo bando, né per il sentimento anti-musulmano in cui è originato, in un paese che dichiara di dare valore ai diritti umani“.