Ucraina, la Russia assedia e usa tattiche di guerra crudeli contro la popolazione civile

1 Aprile 2022

@AFP via Getty Images

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Amnesty International ha diffuso oggi i risultati di una nuova ricerca sul campo in cui ha condannato gli assedi dell’esercito russo in Ucraina, caratterizzati da attacchi incessanti e indiscriminati contro aree densamente popolate che stanno uccidendo la popolazione civile in diverse città.

Per la prima volta, ricercatori di Amnesty International sul campo in Ucraina hanno verificato in modo indipendente, attraverso prove materiali, l’uso di bombe a grappolo il cui uso viola il diritto internazionale. Hanno inoltre raccolto testimonianze che documentano le tattiche d’assedio russe, fra cui gli attacchi indiscriminati illegali, l’interruzione dei servizi fondamentali, i tagli alle comunicazioni, la distruzione delle infrastrutture civili e le restrizioni all’accesso a medicine e assistenza sanitaria.

Nelle ultime settimane, nel corso di attacchi contro aree civili densamente popolate, le forze russe hanno usato armi per loro natura indiscriminate come le bombe a grappolo e armi imprecise ad ampio raggio, come le bombe a caduta libera e i proiettili lanciati simultaneamente da lanciarazzi multipli.

Queste aggressioni delle forze russe contro città piccole e grandi e la distruzione arbitraria delle infrastrutture civili violano il diritto internazionale umanitario e il diritto internazionale dei diritti umani. Sferrare attacchi indiscriminati che uccidono o feriscono civili costituisce inoltre un crimine di guerra.

“Gli attacchi incessanti e indiscriminati della Russia, che stanno provocando danni devastanti e di lungo periodo, rappresentano una caratteristica distintiva di questi crudeli assedi”, ha dichiarato Joanne Mariner, direttrice del programma Risposta alle crisi di Amnesty International.

“Da cinque settimane, un giorno dopo l’altro, i civili di tutta l’Ucraina vedono le loro città progressivamente rase al suolo. La nostra ricerca sul campo ha documentato come le persone più vulnerabili stiano soffrendo in modo sproporzionato gli effetti di tali brutali tattiche di assedio”, ha proseguito Joanne Mariner.

“I civili intrappolati nelle città sotto assedio devono urgentemente avere accesso a corridoi umanitari che consentano l’evacuazione in sicurezza di tutti coloro che desiderano andarsene. Allo stesso modo, gli aiuti umanitari devono poter raggiungere coloro che rimangono indietro”, ha aggiunto Joanne Mariner.

Amnesty International ha condotto interviste di persona e a distanza con persone che hanno vissuto l’assedio in cinque città, tra cui Kharkiv e Mariupol. Il Crisis Evidence Lab di Amnesty International ha analizzato immagini satellitari e ha verificato video e foto degli episodi descritti di seguito. Nelle prossime settimane, Amnesty International pubblicherà ulteriori prove raccolte durante le ricerche sul campo in Ucraina.

Satellite imagery showing the destruction of Mariupol, March 2022.

 

Attacchi indiscriminati

Le forze russe hanno raggiunto i quartieri settentrionale di Kharkiv nei primi giorni dell’invasione e hanno rapidamente messo in pratica tattiche d’assedio, tentando di accerchiare la città e utilizzando armi imprecise contro aree popolate.

Amnesty International ha documentato un diffuso schema di attacchi indiscriminati illegali nelle aree abitate di Kharkiv. Il 28 febbraio, tre attacchi simultanei partiti da lanciarazzi multipli hanno colpito la parte settentrionale della città uccidendo almeno nove civili, inclusi bambini, e ferendone almeno altri 18.

Olesky Stovba, 41 anni, è stato ferito da una bomba a grappolo mentre faceva la spesa in via Zaliznychna, nel sobborgo di Mala-Danylivka, a nord di Kharkiv, in un attacco avvenuto la mattina del 4 marzo.

Ha raccontato ad Amnesty International: “Eravamo fuori dal negozio di alimentari quando ho sentito un grande rumore. Mi sono girato e ho visto molte scintille all’altezza delle mie ginocchia, a 50 metri da me. Io e mia mia moglie siamo caduti e ho sentito qualcosa colpire la mia gamba destra… Ho tirato giù i pantaloni e ho visto molto sangue”.

I chirurghi gli hanno in seguito rimosso tre frammenti dall’inguine, dal polpaccio destro e dal piede destro. Il ricercatore sulle armi del programma Risposta alle crisi di Amnesty International ha esaminato di persona le prove materiali e ha confermato che il frammento più grande proveniva da una bomba a grappolo 9N210 o 9N235.

Fragments of 9N210 or 9N235 cluster munitions as documented by Amnesty International. Copyright: Amnesty International.

Anche il quartiere Saltivka di Kharkiv è stato ripetutamente preso di mira durante l’assedio della città. Il Crisis Evidence Lab di Amnesty International ha verificato 22 episodi avvenuti nel quartiere, da cui sono emersi danni ad aree civili, tra cui scuole, aree residenziali, mercati alimentari e un deposito di tram, tra il 27 febbraio e il 16 marzo. Le foto degli attacchi mostrano resti di razzi Smerch e bombe a grappolo in tutta la zona.

Un uomo che coordina un rifugio a Saltivka ha dichiarato ad Amnesty International: “È diventata la mia nuova realtà: spari e bombardamenti, aiutare le donne anziane a uscire dalle macerie, niente gas, niente acqua, niente elettricità. Ogni tre giorni facciamo bollire il ghiaccio per avere dell’acqua. Ci sono 300 persone nel rifugio. La maggior parte sono anziani, fragili, con l’asma, il diabete. Ci sono alcuni che non lasciano il rifugio da tre settimane. Il problema più grande a Saltivka è che gli anziani muoiono per mancanza di medicine, per lo shock, per gli attacchi di cuore. È importante seppellirli, presto farà più caldo e si decomporranno”.

 

Una mappa, verificata da Amnesty International, che documenta i danni del quartiere Saltivka di Kharkiv

In un rifugio a Leopoli, i ricercatori di Amnesty International hanno intervistato una ragazza di 16 anni sfollata, da sola, da Kharkiv. L’organizzazione ha validato una foto che mostra i resti di un razzo Uracan da 220 mm. caduto vicino al complesso residenziale dove vive la sua famiglia, a sua volta vicino a una scuola.

“Il razzo ha colpito di notte, ho sentito l’odore dell’incendio e le ondate di calore. Tutta la mia famiglia viveva nel corridoio del condominio già dal primo giorno di guerra”.

Amnesty International aveva precedentemente verificato l’uccisione tramite bombe a grappolo di un bambino e altri due civili riparati in una scuola materna nella regione di Sumy e aveva documentato un attacco aereo che ha ucciso dei civili in coda per il cibo a Chernihiv.

 

Negazione dei servizi di base

Comunicare coi civili nelle città assediate è estremamente difficile a causa dell’interruzione del servizio di telefonia mobile e di Internet. Molte persone passano la maggior parte del loro tempo in rifugi sotterranei dove il segnale è debole o assente. L’accesso alle comunicazioni e a Internet è essenziale per la sicurezza e per l’accesso a informazioni vitali riguardanti possibili percorsi di evacuazione.

Nelle città di Kharkiv e Izium, i complessi che ospitavano le torri della televisione sono stati danneggiati dagli attacchi. Una ricerca condotta da Amnesty International su fonti open source e attraverso l’analisi di immagini satellitari ha concluso che il complesso delle torri televisive di Kharkiv è stato con ogni probabilità danneggiato due volte tra il 27 febbraio e il 17 marzo; inoltre, dal 6 marzo sono state segnalate interruzioni del servizio. Un edificio collegato alla torre televisiva di Izium è stato danneggiato il 12 marzo, poi ulteriormente danneggiato il 20 marzo. Fonti open source hanno nuovamente confermato l’interruzione delle trasmissioni. Molti residenti anziani fanno affidamento sulla televisione per ricevere notizie e informazioni di emergenza da parte del governo.

Amnesty International aveva precedentemente documentato come i civili di Izium, bombardata dai russi fin dall’inizio dell’invasione, fossero sull’orlo di un disastro umanitario.

 

Impatto sulle persone a rischio

Il conflitto continua ad avere un gravissimo impatto sulle persone anziane e con disabilità, che l’assedio aggrava ulteriormente.

Alexander Mihta, un 39enne di Kharkiv, è diabetico e cammina con difficoltà a causa della malattia. Ha portato in auto sua moglie e sua figlia al confine con la Polonia ma è poi dovuto rimanere in Ucraina a causa della legge marziale. Il suo condominio di Kharkiv è stato colpito da razzi Smerch, che hanno distrutto le tubature, interrotto il sistema di riscaldamento e allagato i piani inferiori. Il Crisis Evidence Lab di Amnesty International ha validato 21 foto che hanno confermato i danni all’edificio residenziale. Mihta è poi fuggito in un rifugio a Leopoli con il padre.

Ha raccontato ad Amnesty International: “Il bombardamento era sempre più intenso. Avevo bisogno di cibo, così sono uscito per fare la spesa. Quando il bombardamento si è intensificato mi sono messo a correre ma ho il diabete e mi sono storto una gamba. Non sono riuscito a raggiungere il rifugio, mi sono rotto sei ossa e ora i medici mi vogliono amputare”.

Alexander Mihta. Copyright: Amnesty International / Olga Ivaschenko.

Amnesty International ha anche intervistato una donna di 61 anni che è rimasta a Kharkiv per prendersi cura di sua madre, di 84 anni, con demenza senile e pertanto non in grado di viaggiare.

“Noi, le persone anziane, siamo rimaste qui. Mia madre riesce a malapena a muoversi… Siamo originari di Luhansk e siamo dovuti andare lì per prendere mia madre… Poi ci siano trasferiti nell’appartamento di mia figlia a Kharkiv e siamo rimasti bloccati. Passiamo fuori un’ora al giorno. Parlo con mia madre. La porto in bagno e l’aiuto a spogliarsi. Devo sempre spiegarle perché siamo a Kharkiv e perché stiamo nel seminterrato. Ha la demenza senile, devo ripeterglielo in continuazione. Una volta aveva una vita dignitosa, poteva camminare in giardino. Ora non più”.

Satellite imagery showing damage to the city of Izium, March 2022.

Gli anziani e le persone con disabilità, così come altri gruppi per i quali la fuga presenterebbe particolari rischi e difficoltà, dovrebbero essere considerati prioritari nell’evacuazione, come specificato dal diritto umanitario internazionale. La pianificazione e la comunicazione sulle evacuazioni e sui corridoi umanitari sicuri devono essere portate avanti in modo inclusivo, anche assicurando che le informazioni, i trasporti e i servizi siano completamente accessibili.

Girls take shelter in Lviv. Copyright: Amnesty International / Olga Ivaschenko.