Il destino di Hoo Yew Wah nelle mani del Sultano

7 Febbraio 2019

Tempo di lettura stimato: 2'

Approfondimento a cura del Coordinamento tematico sulla pena di morte. Per restare aggiornato iscriviti alla newsletter.

Resta in attesa di capire la propria sorte Hoo Yew Wah, 33 anni, cittadino malese, arrestato appena ventenne e rinchiuso in carcere per possesso di droghe. Tredici anni dopo, Hoo Yew Wah è ancora nel braccio della morte in attesa di conoscere la risposta delle autorità della Malaysia alla sua richiesta di clemenza.

Ha scritto della sua infanzia disagiata, la scuola lasciata a 11 anni, il lavoro come cuoco di strada, tante decisioni prese che si sono rivelate sbagliate.

Hoo Yew Wah è nelle mani del Sultano di Johor. Sono passati quasi cinque anni dalla richiesta senza che al momento sia giunta risposta. Un silenzio che non deve scoraggiare. Nel marzo di tre anni fa, il Sultano di Selangor ha concesso la clemenza a Shahrul Izani Suparman, condannato a morte per traffico di droga nel 2009. Sul sito di Amnesty Australia resta aperto l’appello per sostenere la richiesta di commutazione della condanna a morte di Hoo Yew Wah.

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cifre

I dati sulla pena di morte nel 2018

In totale 142 paesi hanno abolito la pena di morte nella legge o nella pratica. 56 paesi mantengono in vigore la pena capitale, ma quelli che eseguono condanne a morte sono assai di meno.

Condanne a morte eseguite nel 2018*

*questa lista contiene soltanto i dati sulle esecuzioni di cui Amnesty International è riuscita ad avere notizia certa. In alcuni paesi asiatici e mediorientali il totale potrebbe essere molto più elevato.

Dal 2009, Amnesty International ha deciso di non pubblicare la stima delle condanne a morte e delle esecuzioni in Cina, dove questi dati sono classificati come segreto di stato. Ogni anno, viene rinnovata la sfida alle autorità cinesi di rendere disponibili queste informazioni che si ritiene essere nell’ordine di migliaia, sia di esecuzioni che di condanne a morte.

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Altre notizie

BielorussiaAlyaksandr Asipovich, 36 anni, è stato condannato a morte il 9 gennaio 2019 per l’omicidio di due ragazze a Babruysk. La Bielorussia resta il solo Paese in Europa a mantenere la pena capitale. Secondo il ministero della Giustizia, dal 1994 al 2014 sono state condannate a morte 245 persone. Le organizzazioni non governative ritengono che siano state messe a morte circa 400 persone da quando il paese ha ottenuto l’indipendenza nel 1991. L’Unione Europea ha rinnovato la richiesta alle autorità bielorusse di fermare le esecuzioni e introdurre una moratoria. (fonte: Belsat)

Marocco – La Moroccan Coalition Against the Death Penalty ha rinnovato la richiesta al governo di eliminare la pena di morte dal codice penale del paese nel corso dell’assemblea generale che l’organizzazione ha tenuto a Rabat alla presenza del Ministro della Giustizia, Mohamed Aujjar. Proprio la presenza del ministro ha dato speranza e aperto un nuovo “capitolo politico e dei diritti umani“, secondo la coalizione. Ma i recenti omicidi di due turisti scandinavi, avvenuti lo scorso mese di dicembre, non giocano a favore degli abolizionisti. Secondo Ahmed Chaouki Benyoub, delegato interministeriale per i diritti umani, a seguito degli assassini di matrice terroristica, se il governo dovesse promuovere un sondaggio, pochissime persone sarebbero contrarie a dare ai colpevoli la pena di morte.  Il Marocco mantiene una moratoria de facto dal 1993. (Fonte: Morocco World News)

India – Secondo uno studio della National Law University, i tribunali hanno pronunciato lo scorso anno 162 condanne a morte, il numero più alto dal 2000. L’aver esteso la pena capitale anche ai colpevoli di violenza sessuale su bambini di età inferiore ai 12 anni, potrebbe essere la ragione di un così alto numero di condanne. Sebbene i tribunali abbiano pronunciato più condanne a morte, la Corte Suprema potrebbe però rovesciare la maggioranza di esse. Nel 2018, la Corte Suprema ha commutato sentenze capitali in ergastolo in 11 dei 12 casi di cui si è occupata. L’unico caso in cui è stata confermata la pena di morte è stato nel caso dello stupro di gruppo di Delhi del 16 dicembre. (Fonte: The Wire)

Mondo – Secondo uno studio dell’organizzazione Abdorrahman Boroumand Center, i paesi che hanno abolito la pena di morte hanno riscontrato una diminuzione degli omicidi. Lo studio ha preso in esame 11 paesi – tra i quali Polonia, Bulgaria, Ucraina, Serbia e Sudafrica – abolizionisti da almeno dieci anni e ha messo a confronto i tassi di omicidi prima e dopo l’abolizione della pena capitale. Tutti i paesi, tranne la Georgia, hanno registrato un calo medio di omicidi. Un’analisi del Death Penalty Information Center del 2017 aveva rilevato che l’abolizione della pena di morte non aveva avuto effetti misurabili sui tassi di omicidio in generale contraddicendo gli argomenti di chi ritiene la pena necessaria per la sicurezza pubblica. (Fonte: Iran Rights)

Dal mondo

6 gennaioScott Raymon Dozier, 48 anni, condannato alla pena capitale nello stato del Nevada, si è impiccato nella sua cella dopo che la sua esecuzione tramite iniezione letale era stata rimandata due volte da un giudice a causa di timori sulle sofferenze che un mix sperimentale di farmaci avrebbe potuto causare all’uomo prima della morte. L’uomo aveva più volte detto di voler morire, piuttosto che passare il resto della vita in carcere, e aveva al suo attivo già diversi tentativi di suicidio.

23 gennaioPena di morte per i narcotrafficanti per combattere l’aumento degli omicidi legati alla droga. Lo ha ribadito in una dichiarazione il presidente dello Sri Lanka, Maithripala Sirisena, che ha ricordato la decisione già assunta nel luglio dello scorso anno. Sebbene alcune organizzazioni abbiano sollevato la loro voce contro la decisione del governo, secondo Sirisena queste organizzazioni non hanno valutato il danno e il trauma causato alla nazione se i trafficanti di droga venissero lasciati a continuare le attività illegali.

9 gennaio – Almeno 12 persone sono state messe a morte nel carcere Rajai Shahr della città di Karaj per accuse di omicidio. Lo rivela fonti di Iran Human Rights. Sarebbero tra le prime esecuzioni del 2019 in Iran. Altri tre uomini sono stati impiccati in pubblico, davanti a una folla di spettatori, il 13 gennaio nella città di Yasuj, nella provincia di Kohgiluyeh e Boyer-Ahmad. I tre erano stati condannati a morte per rapina, ha riferito il sito web della magistratura iraniana Mizan. Una donna invece identificata come M.A. è stata impiccata il 30 gennaio nella prigione di Nowshahr, nella provincia iraniana settentrionale di Mazandaran: salirebbero così a 87 le donne messe a morte in Iran durante il mandato di Hassan Rouhani come presidente dei mullah.

30 gennaioRobert Mitchell Jennings, 61 anni, è stato messo a morte in Texas. L’uomo era stato condannato nel 1989 per l’uccisione, l’anno precedente, di un poliziotto, Elston Howard, durante una rapina ad un negozio. Jennings aveva confessato l’omicidio anche se, successivamente, un giudice federale aveva annullato la condanna per inadeguata assistenza legale e perché non era stata adeguatamente supportata l’ipotesi che il quoziente intellettivo dell’imputato fosse molto basso. Al termine del lungo iter giudiziario, nel 2015 la Corte d’Appello aveva confermato la pena di morte.

17 gennaioAbdullah bin Hajri bin Jabir al-Mu’allad e Ibrahim bin Nasser bin Madhel Al Harith, entrambi accusati di omicidio, sono stati messi a morte in Arabia Saudita. I loro verdetti erano stati confermati sia dalla corte d’appello che dalla Corte Suprema. Le esecuzioni sono avvenute, rispettivamente, a La Mecca e ad Al Baha. Altri quattro uomini, di nazionalità yemenita, riconosciuti colpevoli di aver ucciso una guardia di sicurezza, sono stati messi a morte a La Mecca il 27 gennaio.

25 gennaioPrabu N Pathmanathan, cittadino malese, riconosciuto colpevole di traffico di droga, è stato impiccato a Singapore. Il governo malese aveva chiesto alle autorità di Singapore di fermare l’esecuzione per motivi umanitari. Ma l’appello è risultato vano. Proprio il Ministero degli Esteri della Malesia ha reso noto che Prabu N Pathmanathan è stato messo a morte nella prigione Changi di Singapore, alla presenza di familiari e di un rappresentante dell’ambasciata malese. L’uomo era stato condannato a morte nel 2014 per traffico di droga dopo che era arrestato con 227,82 g di eroina, secondo quanto hanno riportato i media.

Buone notizie

Sudan – Il 21 gennaio 2019 Asim Omar Hassan, uno studente condannato a morte, è stato prosciolto da ogni accusa e assolto. Era stato arrestato il 2 maggio 2016 e condannato a morte il 24 settembre 2017 per l’omicidio di un poliziotto avvenuto nel corso di una delle numerose proteste degli studenti universitari. In appello ha potuto dimostrare la sua innocenza.

Marocco – Il 13 gennaio il Ministero della Giustizia ha annunciato che Re Mohammed VI ha graziato 783 prigionieri come parte delle celebrazioni per il 75° anniversario del Manifesto dell’Indipendenza. In realtà, si tratta di una riduzione per la condanna per gran parte dei prigionieri. Tra questi, un detenuto condannato a morte ha ottenuto la commutazione della pena in ergastolo.