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STATI UNITI MESSICANI

Le autorità hanno continuato a criminalizzare i diritti alla libertà di riunione pacifica e d’espressione. I difensori della terra, del territorio e dell’ambiente sono stati criminalizzati per avere protestato e le uccisioni di giornalisti e difensori sono rimaste frequenti. Il governo messicano non ha fornito protezione ai rifugiati e ai migranti, nonostante la Corte suprema abbia fissato a 36 ore la permanenza massima in un centro di detenzione per immigrazione. È stato più facile accedere all’interruzione di gravidanza e una sentenza ha sancito che la criminalizzazione dell’aborto era incostituzionale. Il numero dei femminicidi è rimasto molto elevato e i casi non sono stati adeguatamente investigati. Più di 114.000 persone erano state registrate come disperse o vittime di sparizione forzata dal 1962. I familiari delle persone scomparse che cercavano di far luce sulla sorte dei loro cari continuavano ad affrontare gravi rischi, come sparizione forzata, omicidio, repressione e minacce. La Corte interamericana dei diritti umani ha stabilito che il Messico doveva eliminare il concetto di detenzione arraigo (detenzione cautelare senza accusa) e modificare il sistema di detenzione preprocessuale. L’indipendenza della magistratura è rimasta sotto attacco, anche attraverso la detenzione arbitraria dei giudici. I lavori di costruzione del “treno Maya” sono proseguiti, nonostante le preoccupazioni per l’ambiente. Il governo ha continuato a dimostrarsi incapace di eliminare gradualmente i combustibili fossili e la raffineria Las Bocas è entrata in attività. Molti stati non avevano ancora emendato i loro codici civili in relazione ai matrimoni tra persone dello stesso sesso, nonostante questi siano stati legalmente riconosciuti in tutti gli stati messicani nel 2015.

 

CONTESTO

Nei 16 anni in cui l’esercito era stato coinvolto nelle operazioni di pubblica sicurezza, il numero degli omicidi e delle sparizioni forzate era aumentato significativamente.

La commissione nazionale dei diritti umani (Comisión nacional de los derechos humanos – Cndh) ha stabilito che i membri dell’esercito e della guardia nazionale (l’istituzione federale di pubblica sicurezza) avevano commesso gravi violazioni dei diritti umani in 28 casi, compresi molteplici crimini di diritto internazionale, tra cui tortura, esecuzioni extragiudiziali e sparizioni forzate.

Ad aprile, la Corte suprema ha invalidato il trasferimento della guardia nazionale sotto le competenze del ministero della Difesa (Secrataría de la defensa nacional – Sedena), con la motivazione che la costituzione affermava espressamente che la guardia nazionale era un’entità civile e che le sue azioni dovevano essere definite dalla Segreteria di sicurezza e protezione cittadina. A ottobre, il ramo esecutivo ha ribadito che la guardia nazionale aveva lavorato in modo corretto e ha proposto di inviare un’altra richiesta al congresso, per permettere alla guardia nazionale di essere accorpata nel Sedena, negando le accuse di violazioni dei diritti umani presentate da vittime, organizzazioni della società civile e attivisti per i diritti umani.

Il Sedena ha continuato a dimostrarsi incapace di garantire la trasparenza, l’accertamento delle responsabilità e l’accesso all’informazione. A ottobre, la commissione per l’accesso alla verità, il chiarimento storico e la promozione della giustizia per le gravi violazioni dei diritti umani commesse tra il 1965 e il 1990 ha pubblicato un rapporto che denunciava l’ostruzionismo manifestato dal Sedena nell’accesso alla documentazione storica, relativa alle violazioni dei diritti umani compiute durante la repressione politica del periodo compreso tra il 1965 e il 1990.

 

LIBERTÀ DI RIUNIONE PACIFICA

Le autorità hanno continuato a criminalizzare le persone che esercitavano il loro diritto di protesta e hanno fatto ricorso all’uso eccessivo della forza contro di loro; hanno inoltre utilizzato in modo sproporzionato il sistema giudiziario per criminalizzare i difensori della terra, del territorio e dell’ambiente1. A San Cristóbal de Las Casas, nello stato del Chiapas, membri del consiglio direttivo del quartiere di Colonia Maya sono stati accusati di rapimento per la loro protesta contro la costruzione di un complesso residenziale in un’area ambientale protetta. A marzo e luglio, Miguel López Vega e Alejandro Torres Chocolatl, comunicatori e difensori nahua di Zacatepec, nello stato di Puebla, sono stati alla fine scagionati dalle accuse di “ostruzione di opera pubblica”, per avere protestato contro la costruzione di un canale di scolo che avrebbe inquinato il fiume Metlapanapa. A maggio, César Hernández Feliciano e José Luis Gutiérrez Hernández, difensori tseltal di Chilón, nello stato del Chiapas, sono stati giudicati colpevoli del reato di “sommossa” per essersi opposti alla costruzione di una caserma della guardia nazionale nel loro territorio. A marzo, Juan Diego Valencia Chan, Arturo Albornoz May e Jesús Ariel Uc Ortega, difensori maya di Sitilpech, nello stato di Yucatán, sono stati accusati di “attacchi a vie di comunicazione”, per essersi opposti alle attività di un grosso allevamento di maiali nel loro territorio a causa dell’inquinamento, della contaminazione dell’acqua e dei problemi per la salute che questo stava causando.

A settembre, le autorità della città di León, nello stato di Guanajuato, hanno ammesso che nei confronti delle donne che nel 2020 avevano protestato contro la violenza di genere era stato fatto uso eccessivo della forza e si sono scusate con le vittime.

 

USO ECCESSIVO DELLA FORZA

Le forze militari hanno continuato a ricorrere all’uso eccessivo e non necessario della forza e a compiere esecuzioni extragiudiziali. Per questi crimini e altre violazioni dei diritti umani è persistito un clima di impunità.

Il 26 febbraio, soldati messicani avrebbero ucciso cinque giovani uomini che viaggiavano a bordo di un camioncino pick-up nella città di Nuevo Laredo, nello stato di Tamaulipas. Il 18 maggio, le sequenze filmate da una telecamera di sorveglianza nella stessa città mostravano membri delle forze militari mentre uccidevano i cinque uomini. Dopo la diffusione del video, la Cndh ha aperto un’indagine sul caso, rilevando gravi violazioni dei diritti umani, e ha raccomandato all’esercito di garantire la propria collaborazione con le indagini avviate dal procuratore e di assistenza economica e psicologica alle famiglie delle vittime.

A ottobre, un tribunale penale della città di Monterrey, nello stato di Nuevo León, ha stabilito la responsabilità penale dei membri dell’esercito per l’esecuzione extragiudiziale nel 2010 di Jorge Antonio Mercado Alonso e Javier Francisco Arredondo Verdugo, entrambi studenti dell’istituto tecnologico di studi superiori di Monterrey.

È aumentata la presenza delle truppe militari schierate negli spazi pubblici. A gennaio, sono stati temporaneamente dispiegati 6.060 agenti della guardia nazionale nella metropolitana di Città del Messico per presunti motivi legati alla sicurezza. Secondo le Ong locali, la misura era inadeguata in quanto il problema principale era la mancanza di manutenzione della rete e la presenza dei militari non ha aumentato la sicurezza nel sistema di trasporto.

 

LIBERTÀ D’ESPRESSIONE

Giornalisti e difensori dei diritti umani hanno continuato a essere fortemente a rischio. Le uccisioni di almeno cinque giornalisti avevano una possibile connessione con il loro lavoro, secondo l’organizzazione Articolo 19. Un rapporto pubblicato nel 2023 dall’Ong Global Witness riportava che nel 2022 erano stati uccisi 31 difensori e attivisti dell’ambiente. Secondo l’Ohchr, l’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani, durante l’anno almeno 13 difensori dei diritti umani sono stati assassinati. Il meccanismo di protezione per difensori dei diritti umani e giornalisti ha contato almeno 188 casi nel 2023 di rapimenti, minacce e aggressioni fisiche contro difensori dei diritti umani e giornalisti.

Ad aprile e maggio, sono emersi nuovi casi di utilizzo dello spyware Pegasus ai danni di due membri dell’Ong Centro per i diritti umani Miguel Agustín Pro Juárez (Centro Prodh), e Alejandro Encinas, allora sottosegretario per i diritti umani. La sorveglianza potrebbe essere collegata al loro lavoro di documentazione di gravi violazioni dei diritti umani, come quelle rilevate nel caso di Ayotzinapa (v. sotto, Sparizioni forzate).

 

DIRITTI DELLE PERSONE RIFUGIATE E MIGRANTI

Il numero di migranti, richiedenti asilo e rifugiati arrivati in Messico con l’obiettivo di raggiungere gli Usa o il Canada è aumentato. L’agenzia messicana per i rifugiati ha annunciato che nel 2023 le persone che avevano presentato domanda d’asilo erano 141.053, in maggioranza provenienti da Haiti, Honduras, Cuba, Guatemala ed El Salvador.

Le autorità sono state ancora incapaci di tutelare i diritti alla vita e alla sicurezza di migranti, richiedenti asilo e rifugiati. Il 28 marzo, almeno 40 migranti sono morti e altri 29 sono stati ospedalizzati nella città di Ciudad Juárez, nello stato di Chihuahua, a causa di un incendio divampato in un centro di detenzione per migranti. I migranti sarebbero stati lasciati chiusi a chiave all’interno della struttura dopo lo scoppio dell’incendio2.

A marzo, la Corte suprema ha emesso una sentenza storica che ha stabilito che la permanenza massima in un centro di detenzione per immigrazione era di 36 ore, dopo le quali migranti e richiedenti asilo dovevano essere rilasciati. La Corte ha inoltre precisato che migranti e rifugiati dovevano disporre di una difesa legale adeguata al fine di tutelare i loro diritti.

 

DIRITTI DELLE DONNE

Il governo ha accettato di mantenere i memoriali pubblici per commemorare le attiviste che si erano battute per i diritti delle donne. A giugno, le autorità hanno circondato con transenne di metallo la “Rotonda delle donne che lottano” a Città del Messico per rimuovere il memoriale, ma in seguito alle pressioni delle organizzazioni della società civile e delle attiviste, Martí Batres Guadarrama, capo del governo di Città del Messico, ha accettato di lasciarlo.

L’accesso all’aborto è migliorato. A settembre, la Corte suprema ha dichiarato incostituzionale la criminalizzazione dell’aborto nel codice penale federale, in una causa giudiziaria intentata dalle organizzazioni femministe. In base al giudizio, le autorità erano quindi obbligate a garantire l’accesso all’aborto per le donne e le persone con capacità gestazionali. Allo stesso modo, la Corte suprema ha stabilito che la sospensione dal servizio del personale medico e delle ostetriche per avere praticato o assistito un’interruzione di gravidanza era analogamente incostituzionale, poiché aveva un effetto discriminatorio.

Le cifre riguardanti i casi di violenza sessuale e i femminicidi sono rimaste elevate e continuava a mancare la diligenza dovuta per indagare opportunamente questi crimini. Nel 2023, in Messico sono state uccise in media circa nove donne al giorno, secondo il segretariato esecutivo del sistema di sicurezza pubblica nazionale. A Ciudad Juárez, nello stato di Chihuahua, dove la documentazione dei femminicidi era cominciata 30 anni prima, molte delle vittime non avevano ancora ottenuto giustizia. Le organizzazioni locali, le famiglie delle vittime e Amnesty International hanno onorato pubblicamente la memoria delle donne uccise.

A gennaio, nello stato di San Luis Potosí è stata istituita la procura specializzata in femminicidi su insistenza delle famiglie che chiedevano che i femminicidi fossero opportunamente indagati. A febbraio, la procura generale di giustizia dello stato del Messico ha riconosciuto le carenze che avevano caratterizzato le indagini sui femminicidi di Nadia Muciño Márquez, Daniela Sánchez Curiel, Diana Velázquez Florencio e Julia Sosa Conde, e ha presentato le sue scuse pubbliche.

 

SPARIZIONI FORZATE

Il numero delle persone disperse e scomparse è rimasto elevato. La Commissione nazionale di ricerca (Comisión nacional de búsqueda – Cnb) ha registrato nel 2023 almeno 12.031 nuovi casi di persone disperse e scomparse, di cui 8.426 uomini, 3.596 donne e altre nove non erano state identificate. Secondo le cifre ufficiali, tra il 1962 e la fine del 2023 era stato registrato un totale di 114.004 persone disperse e scomparse.

I familiari che cercavano i loro cari scomparsi erano esposti a gravi rischi, come sparizioni forzate, uccisioni, repressione e minacce. A maggio, Teresa Magueyal, che cercava suo figlio dal 2020, è stata assassinata a Celaya, nello stato di Guanajuato. A ottobre, Griselda Armas, che stava cercando suo figlio da settembre 2022, è stata uccisa a Tacámbaro, nello stato di Michoacán, assieme a suo marito. Ad agosto, le famiglie che cercavano di far luce sulla sorte delle persone scomparse hanno chiesto di poter accedere all’Istituto di medicina forense e al Centro di reintegro sociale, ma hanno riferito che il personale della procura generale di Queretaro le aveva aggredite e minacciate affinché non denunciassero l’episodio.

A luglio, il Gruppo interdisciplinare di esperti indipendenti (Grupo interdisciplinario de expertos independientes – Giei) ha pubblicato il suo sesto e conclusivo rapporto relativo al caso dei 43 studenti di Ayotzinapa, nello stato di Guerrero, che furono vittime di sparizione forzata nel 2014. Gli esperti hanno evidenziato la partecipazione delle forze militari messicane alle sparizioni forzate e la mancanza di accesso alle informazioni nelle mani delle istituzioni pubbliche. Il Giei ha successivamente annunciato che avrebbe lasciato il paese a causa della mancanza di cooperazione da parte delle autorità messicane. Il presidente ha reagito esprimendo il suo supporto all’esercito, criticando le organizzazioni della società civile che rappresentavano le vittime e annunciando che era in corso un’indagine penale contro Omar Gómez Trejo, ex capo dell’unità speciale per l’indagine e il processo relativo a Ayotzinapa, il quale si era dimesso nel 2022, dopo avere denunciato l’indebita interferenza della procura generale nell’indagine riguardante il caso3.

Ad agosto, la presidente della Cnb, Karla Quintana, ha rassegnato le dimissioni dopo che il presidente aveva annunciato l’avvio di un nuovo censimento sulle sparizioni, sostenendo che i dati della Cnb erano inaffidabili e troppo alti. Organizzazioni della società civile e attivisti hanno temuto che il ramo esecutivo potesse cercare di abbassare le cifre ufficiali riguardanti le persone scomparse, per nascondere il fallimento delle politiche federali in materia di pubblica sicurezza. A ottobre, Teresa Guadalupe Reyes Sahagún è stata nominata nuova presidente della Cnb; le organizzazioni della società civile hanno espresso preoccupazione per la mancanza di consultazione, partecipazione, trasparenza e attenta valutazione nel processo di selezione, oltre che per la sua mancanza di esperienza. A dicembre, il governo ha presentato i risultati del nuovo censimento delle sparizioni, diminuendo il numero ufficiale delle persone scomparse e disperse tra il 1962 e agosto 2023. Ha anche rivelato di non possedere sufficienti informazioni per la ricerca di 79.955 di loro.

 

ARRESTI E DETENZIONI ARBITRARI

La Corte interamericana dei diritti umani ha condannato il Messico con due sentenze relative alla detenzione arbitraria. Il primo caso riguardava la detenzione arbitraria nel 2006 di tre uomini, due dei quali nativi, incluso Jorge Marcial Tzompaxtle Tecpile. Gli uomini erano stati arrestati dalla polizia e confinati per più di tre mesi in detenzione arraigo (detenzione cautelare senza accusa), senza comparire davanti a un giudice, e posti successivamente in detenzione preprocessuale per altri due anni4. Il secondo caso concerneva Daniel García Rodríguez e Reyes Alpízar Ortiz, i quali erano rimasti trattenuti in detenzione preprocessuale per più di 17 anni per la loro presunta partecipazione a un omicidio, sottoposti a tortura e altro maltrattamento e trattenuti in detenzione arraigo.

In entrambi i casi, la Corte ha ordinato al Messico di riformare il suo quadro normativo, eliminando la detenzione arraigo e modificando il sistema di detenzione preprocessuale. La Corte ha stabilito che la detenzione preprocessuale obbligatoria era contraria alla Convenzione americana sui diritti umani.

A settembre, il Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria ha esortato le autorità messicane a eliminare dalla costituzione la detenzione preprocessuale obbligatoria e le disposizioni riguardanti la detenzione arraigo. Il Gruppo ha inoltre espresso preoccupazione per la militarizzazione della pubblica sicurezza, l’uso eccesivo della forza durante gli arresti e la privazione della libertà ai sensi della oltremodo punitiva linea politica adottata contro la droga sin dal 2006.

Il presidente ha continuato a lanciare pubbliche accuse contro la Corte suprema e la magistratura, quando le loro decisioni andavano contro i piani del ramo esecutivo. A giugno, la giudice Angélica Sánchez, con sede nello stato di Veracruz, è stata accusata di “reati contro la fede pubblica e traffico di influenze”, in seguito alla sua decisione di rilasciare per mancanza di prove un uomo accusato di omicidio. È stata arrestata nella capitale Città del Messico da membri della polizia e della guardia nazionale assegnati al coordinamento nazionale antisequestro (Coordinación nacional antisecuestro – Conase), in coordinazione con la procura generale di Veracruz. L’ufficio del difensore pubblico federale ha descritto la sua detenzione come un attacco all’indipendenza della magistratura. Sono state sollevate gravi irregolarità, inclusa la detenzione arbitraria e la mancanza di autorità della guardia nazionale e del Conase per arrestarla. A luglio, è stata scarcerata e posta agli arresti domiciliari.

 

DIRITTO A UN AMBIENTE SALUBRE

I lavori di costruzione del “treno Maya” (una rete ferroviaria che con i suoi 1.525 chilometri attraversa la penisola dello Yucatán), è proseguita per tutto il 2023, minacciando l’ambiente nel Messico meridionale, oltre che il diritto a un ambiente pulito, salubre e sostenibile. Attivisti e organizzazioni della società civile hanno denunciato il fallimento del governo nell’applicare la normativa ambientale federale durante la costruzione della ferrovia e dichiarato che il progetto avrebbe avuto un impatto negativo sull’ecosistema, in particolare quello sottomarino nel sudest del paese. La normativa ambientale federale sancisce gli obblighi delle autorità di proteggere l’ambiente e svolgere valutazioni di impatto ambientale sulle opere pubbliche. La segreteria della Commissione per la cooperazione ambientale del Trattato trilaterale Messico-Stati Uniti-Canada ha raccomandato alle autorità messicane di elaborare un rapporto sui rischi e gli impatti del progetto.

Il governo ha continuato a promuovere la produzione e l’utilizzo dei combustibili fossili. Le autorità hanno inaugurato la raffineria Dos Bocas, nello stato di Tabasco, nel 2022, che è entrata in attività nel 2023.

Ottantaquattro persone della comunità di El Bosque, nello stato di Tabasco, sono state evacuate il 1° novembre a causa dell’innalzamento del livello del mare attribuito alla crisi climatica. Hanno chiesto di essere trasferite in un’altra località e di avere accesso ad alcuni servizi di base, come alloggio, istruzione e servizi pubblici. Il governo aveva promesso che sarebbero state trasferite, ma a fine anno non si era concretizzato ancora nulla5.

 

DIRITTI DELLE PERSONE LESBICHE, GAY, BISESSUALI, TRANSGENDER E INTERSESSUATE

I matrimoni omosessuali erano legalmente riconosciuti in tutti e 32 gli stati messicani sin dal 2015, ma alcuni non avevano ancora adeguato i loro codici civili. A giugno, il congresso locale dello stato di Nuevo León ha emendato il proprio codice civile stabilendo che due persone sopra i 18 anni potevano sposarsi indipendentemente dal loro sesso. Tra gli altri stati che non avevano ancora modificato i loro codici per riconoscere i matrimoni omosessuali, c’erano Aguascalientes, Chiapas e Chihuahua.

 

DIRITTO ALLA SALUTE

A maggio, le autorità hanno emendato vari articoli della legge generale sulla salute, al fine di stabilire che l’istituto messicano della salute pubblica avrebbe fornito accesso gratuito ai servizi sanitari, ai medicinali e ad altro materiale alle persone non affiliate a un’istituzione sanitaria pubblica. Per persone non affiliate si intende coloro che non hanno un lavoro regolare, in cui il datore di lavoro paghi la copertura sanitaria pubblica, coloro senza un familiare con un impiego regolare o coloro che non sono studenti. Sebbene gli emendamenti puntassero a garantire il diritto alla salute, in particolare per gli individui in situazioni di maggiore vulnerabilità, gli attivisti e le organizzazioni sostenevano che l’Istituto messicano della salute pubblica non disponeva di risorse economiche sufficienti per realizzare tale garanzia.

 

 

Note:
1 Mexico: Land and freedom? Criminalizing defenders of land, territory and environment, 13 settembre.
2 Mexico: 39 people die in migrant detention centre fire, 30 marzo.
3 Mexico: Authorities’ actions impede access to truth and justice for Ayotzinapa, 2 ottobre.
4 Mexico must comply with the judgment of the CoIDH regarding arraigo and pretrial detention, 30 gennaio (solo in spagnolo).
5 Mexico: Climate displaced community needs urgent relocation, 8 novembre.

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